La lotta al traffico e al consumo di droga non si vince soltanto inasprendo le pene o schierando le forze di polizia nei luoghi dello spaccio ma modificando la cultura dei giovani con iniziative capaci di sfatare “il grande inganno” e i luoghi comuni che gravitano sul consumo degli stupefacenti e sui pericoli nascosti anche nel consumo delle cosiddette droghe leggere, sovente anticamera di quelle più pesanti suscettibili di creare forte dipendenza e di dare linfa al mondo della criminalità organizzata.
Incontro nella cittadina umbra con centinaia di ragazzi delle scuole superiori per sensibilizzarli alle trappole in cui si può cadere credendo al “grande inganno” della droga
Se ne è parlato questa mattina, giovedì 21 settembre, nell’ambito di un convegno dal titolo “Si alla vita no alla droga. Il grande inganno”, organizzato dalla parrocchia della Cattedrale di Terni nell’ambito della Festa del Preziosissimo Sangue di Gesù su iniziativa di don Alessandro Rossini che, da anni, si occupa di bambini abbandonati.
All’incontro hanno preso parte circa 500 studenti delle scuole superiori di Terni alla presenza di Don Antonio Coluccia, il prete coraggio delle periferie più degradate di Roma e di altre città d’Italia, della conduttrice, scrittrice e attivista per i diritti umani, Claudia Conte, impegnata in prima linea per promuovere la cultura della legalità e del questore Antonio Pignataro, Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza ed esperto presso il Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio. In cattedrale erano presenti anche le autorità locali civili e religiose, dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, al prefetto Giovanni Bruno, dal questore Bruno Failla al vescovo Francesco Antonio Soddu.
La scelta della cittadina umbra come luogo dell’iniziativa non è stata casuale: il 7 luglio del 2020 vi persero la vita due adolescenti, Flavio Presuttari e Giancluca Alonzi Peralta a causa di un’overdose da Metadone.
“Iniziative come queste sono molto importanti -ha sottolineato a margine dell’incontro Claudia Conte– perché consentono di offrire ai giovani esempi positivi e alternative valide alla vita infernale che, purtroppo si prospetta a chi fa uso di droga. Dobbiamo seguire i consigli delle forze dell’ordine e delle persone coraggiose, come don Coluccia e don Alessandro Rossini che sono simboli molto efficaci della lotta allo spaccio e alla criminalità”.
Tra i luoghi comuni da sfatare il fatto che le droghe leggere non procurino danni fisici e cerebrali
Per il questore Antonio Pignataro “l’obiettivo principale della lotta alla droga è quello di tutelare la vita e la salute dei nostri ragazzi. Occorre che ciascuno di noi faccia la sua parte puntualizzando che la politica non si può sostituire alla scienza medica che da anni sottolinea i danni che qualsiasi tipo di droga causa non solo a livello fisico ma anche e soprattutto a livello cerebrale”.
Un grande inganno che il prete coraggio, Don Coluccia, è quotidianamente impegnato a sfatare proseguendo il suo itinerario nei quartieri difficili della capitale e non solo. Nei giorni scorsi il sacerdote ha, tra l’altro, partecipato a una riunione straordinaria della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie che si è tenuta nella palestra della legalità “Talento & Tenacia” di via dell’Idroscalo a Nuova Ostia (leggi qui).
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