Infernetto, contro i nuovi abbattimenti di pini si leva anche la protesta dei social

I quartieri residenziali del X Municipio sono al centro di un oneroso programma di eliminazione dei pini in conflitto terapie innovative a basso costo utili per salvarli

C’è chi recita per loro un requiem e chi si chiede se una strage di tali proporzioni sia proprio necessaria. Di certo il progressivo abbattimento di pini lungo via di Castel Porziano all’Infernetto infiamma di nuovo il popolo dei social a testimonianza del fatto che, la sempre più accentuata tendenza a proteggere il patrimonio boschivo, solleva molti dubbi sulle soluzioni tranchant. Dubbi alimentati dai progressi compiuti dalla biologia e dalla disponibilità di trattamenti di cura sempre più avanzati che permetterebbero con notevole risparmio di spesa, il taglio indiscriminato degli alberi ad alto fusto considerati ormai spacciati e quindi pericolanti.

I quartieri residenziali del X Municipio sono al centro di un oneroso programma di eliminazione dei pini in conflitto terapie innovative a basso costo utili per salvarli

Gli interventi di rimozione degli alberi dal grande ombrello nei quartieri dell’entroterra del X Municipio, tra i quali rientrano anche Acilia e Casal Palocco, vengono da lontano (leggi qui) ma nelle ultime settimane hanno registrato una vera e propria accelerazione. Abbattimenti che, all’Infernetto hanno, tra l’altro, bloccato via di Castel Porziano per diversi giorni tra via Wolf Ferrari e via Canazei. Un assalto ripreso a colpi di motosega nei giorni scorsi in aggiunta all’ulteriore scandalo dell’abbandono delle sezioni di tronco in un canale di scolo con gravi rischi per eventuali inondazioni provocate da improvvisi nubifragi (leggi qui).

Un utente Facebook recita a buon diritto il “requiescant in pacem” per quella che, un tempo, era considerata la cattedrale dei pini del quartiere. “Una vera e propria tragedia”, chiosa un’altra iscritta, confessando di non essere “un’esperta” e sollecitando di “interpellare un ente terzo specializzato nella salvaguardia della flora anche perché i pini causano problemi sulle strade con le loro radici e potrebbero essere sostituti con altre specie”.

Considerazioni che sono state respinte al mittente, per esempio, anche nel vicino quartiere residenziale di Casal Palocco dove il Consorzio locale, che ha in gestione il verde di proprietà del Comune di Roma Capitale, ha già comunicato che per aprire il cantiere utile al rifacimento delle due strade principali della zona, via Alessandro Magno e viale Gorgia di Leontini, finanziato dall’amministrazione capitolina con 4 milioni di euro, bisognerà procedere con la rimozione di una cinquantina di pini le cui radici finirebbero per spaccare di nuovo l’asfalto nel giro di pochi anni.

I costi per la cura dei pini sono molto più bassi di quelli sostenuti per abbatterli eppure i tagli proseguono in modo indiscriminato

Il Consorzio di Casal Palocco è stato diffidato dal procedere al taglio degli alberi da un gruppo di associazioni ambientaliste, tra cui Italia Nostra, a nome delle quali si è fatto carico di presentare un esposto alla Procura della Repubblica e un’eventuale successiva richiesta di risarcimento danni, l’avvocato Antonio Pileggi, titolare della cattedra di Diritto del Lavoro all’università di Tor Vergata. La difesa di una settantina di pini minacciati di abbattimento e sui quali sta eseguendo ulteriori verifiche la Commissione Trasparenza del X Municipio fa leva anche su considerazioni di carattere scientifico. Sia perché gli alberi in questione sono stati a suo tempo curati con i soldi dei consorziati, sia perché disfarsi di alberi di quelle dimensioni costa circa 120 euro e cioè il doppio della cifra da sborsare per le cure necessarie a salvarli, senza contare i grandi vantaggi che gli stessi apportano per la riduzione dell’inquinamento e nell’abbattimento delle temperature atmosferiche (leggi qui).

E proprio sugli oneri degli interventi di prevenzione terapeutica, fa notare un altro utente su Fb, un’infiltrazione di Abamectina consente di mettere ko parassiti letali come la cocciniglia tartaruga a un prezzo dell’ottanta per cento inferiore alle cifre da sostenere per eliminare un pino.

Perché tutto questo in passato non è stato fatto?”, si domanda sconsolato l’autore del post.

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