Traffico illecito di rifiuti: confiscati beni per 10 milioni di euro a famiglia di imprenditori romani (VIDEO)

Affari criminali sullo smaltimento di rifiuti: confiscati beni a tre imprenditori romani per profitti ottenuti da sversamenti abusivi di materiali tossici

Da questa mattina è in corso un’operazione che coinvolge la Polizia di Stato in servizio presso la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma e il Servizio Centrale Anticrimine, per l’esecuzione di un decreto di confisca di beni, per un valore di 10 milioni di euro, nei confronti di una coppia di imprenditori romani 79enni e il figlio 45enne, operanti nei settori immobiliare e gestione dei rifiuti, e coinvolti in un proficuo traffico illecito di rifiuti, anche di natura tossica.

Affari criminali sullo smaltimento di rifiuti: confiscati beni a tre imprenditori romani per profitti ottenuti da sversamenti abusivi di materiali tossici

Un nuovo provvedimento di confisca in queste ore, dopo un primo decreto di sequestro emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Roma nell’ottobre 2022, è stato effettuato nei confronti di una famiglia di imprenditori romani, già condannati in primo grado per traffico illecito di rifiuti, realizzazione o gestione di discarica non autorizzata e inquinamento ambientale.

Il sequestro di beni per 10 milioni di euro, fa seguito alle indagini patrimoniali svolte nell’arco temporale di circa 30 anni, che hanno messo in luce una notevole sproporzione tra i beni posseduti dalla famiglia e i redditi dichiarati e l’attività economica da loro svolta, generando indizi sufficienti per ritenere che tali beni siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.

I tre imprenditori operanti nei settori della gestione dei rifiuti ed immobiliare, sette anni fa risultarono coinvolti nell’operazione denominata “Dark side”, e condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che scoperchiò il vaso di Pandora su affari criminali legati allo smaltimento di rifiuti, e che accertarono tra i numerosi sversamenti abusivi, anche quelli di rifiuti tossici che davano luogo ad elevati profitti illeciti.

Azienda e discarica abusiva avevano sede nel litorale sud

Nell’operazione, individuata anche un’impresa, con sede nel Litorale sud e in particolare ad Ardea, riconducibile ai tre indagati, responsabili di reiterati reati in materia ambientale, gestendo illecitamente enormi quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi, che venivano scaricati in una discarica abusiva nel territorio di Aprilia.

I proventi illeciti, ottenuti con questa proficua attività venivano reinvestiti nella stessa società, per nascondere le tracce sulla loro origine, con condotte di autoriciclaggio e intestazione fittizia oltreché di acquisizione di ulteriori beni e servizi, nascosti dietro ad altre società di comodo.

A seguito delle indagini patrimoniali, il Tribunale ha quindi accolto l’analisi investigativa economico-patrimoniale, certificando la rilevante sproporzione tra fonti di reddito lecite, attività economiche esercitate e complesso patrimoniale posseduto direttamente o indirettamente dai tre imprenditori romani.

Il provvedimento di confisca è stato eseguito nelle province di Roma, Latina Frosinone e L’Aquila, dove sono stati sequestrati beni e assetti societari del valore stimato di 10 milioni di euro, tra quote e patrimonio aziendale di tre società nei settori del trattamento dei rifiuti, del commercio di materiali ferrosi e immobiliare; 22 fabbricati a Roma, Pomezia, Marino, Ardea, Aprilia, Fondi, Magliano dei Marsi e Sgurgola.

Sotto sequestro anche 10 terreni a Roma, Ardea e Fondi, un veicolo e disponibilità finanziarie per un ammontare di 500mila euro.