Ostia, Luigia Palmisano morta in mare nella spiaggia libera senza bagnini. Familiari chiedono giustizia

Per Luigia Palmisano non sarebbe stata disposta un'autopsia. I familiari: "Vogliamo sapere la verità sulla sua morte. Nessuno l'ha vista tuffarsi in acqua"

Nella foto la vittima 77enne Luigia Palmisano - canaledieci.it

Luigia Palmisano è stata trovata senza vita nel mare di Ostia, lo scorso mercoledì 6 settembre, nello specchio d’acqua tra la spiaggia dei cani e la Spiaggia libera “Grigia” su Lungomare Duca degli Abruzzi.

Una morte dichiarata come naturale, sulla quale i familiari della vittima, una 77enne che da 40 anni si trovava ad Ostia, vogliono risposte, non credendo in un “arresto cardio circolatorio”, ma soprattutto volendo escludere del tutto quell’ipotesi tragica di annegamento, su una spiaggia priva di quel servizio di salvamento che forse le avrebbe evitato questa fine.

Per Luigia Palmisano non sarebbe stata disposta un’autopsia. I familiari: “Vogliamo sapere la verità sulla sua morte. Nessuno l’ha vista tuffarsi in acqua”

Luigia Palmisano è stata trovata riversa in acqua e deceduta alle 16,00 circa di mercoledì scorso, in una giornata assolata in cui secondo i programmi, avrebbe solo deciso di camminare in acqua, ligia a quanto le avevano consigliato i medici a beneficio delle ossa.

Forse il caldo e la voglia di rinfrescarsi un po’ di più, potrebbero a quel punto aver portato l’anziana a lasciare l’abito ripiegato sulla sabbia e tuffarsi in acqua, ma la ricostruzione sommaria del suo breve pomeriggio sulla spiaggia però si interrompe prima, perché nessuno l’avrebbe vista immergersi prima del tragico ritrovamento.

E’ stato un sub a trovarla in mare a metà tra le spiagge dei cani e la spiaggia libera “Grigia”, e trascinare il corpo a riva, insieme con un altro bagnante, tentando la rianimazione della vittima ormai inutile. Da quel momento è stato solo un crescendo drammatico quello dei familiari, che non hanno testimonianze né altro a cui aggrapparsi per capire questa morte che li ha lasciati nel dolore lacerante, e fuori dai canoni di una morte domestica per anzianità o malore, o in una stanza di ospedale dopo una lunga malattia.

Sul corpo della donna che ancora si trova in obitorio a Tor Vergata, è stata disposta solo una visita esterna, mentre non è stata prevista l’autopsia, che avrebbe potuto accertare se l’anziana è deceduta per una sincope, un infarto o un ictus, quindi una morte repentina sulla quale sarebbe stato difficile intervenire prontamente anche se ci fosse stato un servizio di salvamento, oppure se è invece annegata per un malore, e quindi l’assenza di un marinaio di salvataggio è stata determinante per la morte.

La questione sembra attualmente non essere all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria, che non ha aperto alcun fascicolo per procedimento a carico di ignoti. Pertanto i familiari della vittima si sono rivolti agli avvocati Domenico Stamato e Vittorio Mazzocca Gamba, che chiederanno mediante autopsia giudiziaria che vengano verificate le cause di morte, nonché l’accertamento di eventuale posizioni di garanzia a carico delle autorità competenti, le quali secondo i legali: Non hanno adottato in questo mesi alcuna misura eccezionale e urgente, a fronte della mancata assegnazione dei bandi per il servizio di salvamento, per prevenire una situazione di pericolo già nota e ampiamente denunciata dalle famiglie delle vittime decedute questa estate sul tratto di spiaggia libera”.

I familiari nei prossimi giorni formalizzeranno un esposto per cristallizzare tutti i loro dubbi e interrogativi sulla vicenda.

Spiagge libere pericolose. I bagnanti: “Il cartello che dovrebbe mettere in guardia è troppo alto e illeggibile”

Per le Forze dell’Ordine è chiaro il fatto che sulla spiaggia c’è un cartello che dichiara l’assenza di sorveglianza: “Una segnaletica che lascia a desiderare e un cartello troppo alto con scritte piccole a poco illeggibili, mentre un pericolo del genere dovrebbe essere scritto a caratteri cubitali”, secondo le dichiarazioni di alcuni bagnanti sotto choc, dopo la tragedia.

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Nella foto i cartelli con le informazioni sulle spiagge libere di Ostia – canaledieci.it

Ma intanto su quel tratto di mare ogni giorno si riversano famiglie con bambini, anziani e persone anche fragili, con l’esigenza di “fare un po’ di mare”, divenuta a quanto pare troppo pericolosa e mortale.

A dimostrarlo è purtroppo il decesso di un bagnante naturalizzato tedesco di 82 anni morto per un malore che lo ha colto in acqua lo scorso 4 luglio, presso la spiaggia libera “Senape”, all’altezza di via del Sommergibile, a Ostia Ponente.

Dopo quell’episodio un blitz anonimo in notturna, aveva simbolicamente sigillato con nastro da cantiere, l’accesso della Spiaggia liberaVerde” di lungomare Paolo Toscanelli, apponendovi volantini d’avviso di pericolo che rimarcavano la non fruibilità della spiaggia libera di Ostia priva di marinai di salvataggio.

Una protesta che non ha avuto l’effetto desiderato, nonostante pochi giorni dopo, il 10 luglio si sia verificato un altro caso di “uomo in mare”, con un 16enne che è stato risucchiato dalla corrente nello specchio di mare della Spiaggia “Senape”, vivo grazie ad un bagnante che si è accorto della scena e nonostante non sapesse nuotare, si è lanciato a soccorrerlo.

Un mese prima lo stesso è accaduto ad un ragazzino di colore che si era tuffato dal pontiletto dei pescatori, accanto alla spiaggia libera ‘Bianca’, priva del servizio di salvataggio a mare, e che sarebbe morto se Alin Stoian, 42enne bagnino allo stabilimento Bahia, non fosse accorso in pattino fino a raggiungere il 13enne.