Colpa della disorganizzazione di una delle compagnie aeree più celebrate al mondo, la Lufthansa, e di uno degli aeroporti presi a modello per efficienza, quello di Francoforte, se l’intera famiglia di un bimbo disabile è rimasta “ostaggio” dello scalo per ore.
Famiglia di Anzio per ore in “ostaggio” nell’aeroporto di Francoforte: l’assistente ai passeggeri disabili della compagnia non si è presentato all’imbarco. Ospiti in albergo ma solo il giorno dopo
E’ successo a una famiglia residente ad Anzio, quella di mamma Federica e papà Marco. Con loro anche due bimbe di 3 e 8 anni e il tredicenne Giulio «con bisogni speciali» e sulla sedia a rotelle. L’odissea del rientro in aereo in Italia è del 17 agosto scorso.
Dopo una vacanza in Scozia, la famiglia di Anzio sarebbe rimasta per ore “ostaggio” dello scalo di Francoforte e infine respinta all’imbarco per assenza di personale specializzato per la disabilità. «Persa la coincidenza da Glasgow, a Francoforte ci avvisano che avremmo preso il volo delle 21.30, un assistente ci aiuta con la carrozzina di nostro figlio – ha raccontato il papà, Marco, al Corriere della Sera – Ci lasciano al ristorante e concordiamo di attendere lì il collega che ci scorterà all’aereo». Ma non arriva nessuno. La famiglia si presenta allora al desk di imbarco, ma viene lasciata a terra.
«Siamo stati spediti in un hotel a 30 km e ripartiti il giorno dopo», raccontano ancora i genitori. «Era loro responsabilità organizzarsi. Ma è stato il tono la cosa peggiore», dice Federica. Infruttuose persino le richieste di recuperare dal bagaglio in stiva il farmaco salva-vita del bambino. «Per fortuna Giulio non ha avuto crisi». «Ho presentato reclamo a Lufthansa. Staremo a vedere» aggiunge Federica.
“Questa denuncia pubblica – conclude il papà di Giulio ai microfoni del GR1 Rai – ha l’obiettivo di evitare che succeda nuovamente in futuro e che in aeroporto ci si organizzi per un’assistenza adeguata”.