Stava passeggiando sul bagnasciuga con la moglie quando, come spesso gli capitava di fare, è entrato in acqua per fare qualche bracciata ma ha accusato un malore improvviso che gli ha impedito di riemergere. E’ accaduto intorno alle ore 8.00 di questa mattina, sabato 19 agosto nello spazio d’acqua situato di fronte allo stabilimento balneare Battistini. Il bagnante, un uomo italiano di 82 anni era rimasto a pelo d’acqua, immobile. La moglie che non sa nuotare ed è stata presa dallo spavento, ha chiesto subito aiuto ai ragazzi della struttura, situata sul lungomare Paolo Toscanelli 63, che stavano sistemando gli ombrelloni e terminando le operazioni di pulizia in vista dell’apertura fissata alle ore 9.00 e si sono immediatamente precipitati a recuperare l’anziano a pochi metri dalla riva.
Un 82enne italiano perde la vita dopo essersi tuffato su una spiaggia centrale del Lido di Ostia
I responsabili dello stabilimento hanno allertato i sanitari del 118 e le forze dell’ordine mentre il corpo dell’uomo veniva recuperato dall’acqua, non senza difficoltà, e sdraiato sulla spieggia, dove sono state tentate subito le operazioni di rianimazione anche con l’impiego del defibrillatore. I tentativi sono proseguiti fino all’arrivo del personale medico specializzato che ha provato in tutti i modi a sottrarre alla morte il settantenne che, tuttavia, non ha più ripreso conoscenza, probabilmente stroncato da un infarto.
Il drammatico evento ha riacceso i riflettori sulla dibattuta questione dei presidi di sicurezza oltre che di pulizia che, l’amministrazione locale. dovrebbe garantire anche sulle spiagge in concessione. proprio in virtù della possibilità di accedere liberamente alla spiaggia attraverso la striscia che appartiene al demanio marittimo e non deve avere barriere private di sorta.
“In origine le ordinanze varate dal Comune di Roma Capitale -fanno notare allo stabilimento Battistini che ha tentato in tutti i modi di salvare la vita dell’anziano deceduto oggi- prevedevano che, in cambio, dell’obbligo per i concessionari di non ostacolare il transito dei bagnanti sulla battigia, l’ente locale si sarebbe fatto carico di garantire il servizio di salvataggio a mare oltre che di provvedere alla manutenzione del settore riservato al transito dei visitatori. In realtà la vigilanza su questi varchi è stata, alla fine, interamente addossata ai titolari delle strutture concessionarie“.
Torna sotto i riflettori la dibattuta questione dei servizi di salvataggio a mare da parte dell’ente locale sui varchi di accesso alle spiagge in concessione
Non si tratta di questione di poco conto perché la sorveglianza da parte dei bagnini degli stabilimenti è attiva solo dall’apertura delle strutture alle ore 9.00 fino alla loro chiusura, fissata alle 19.00. Nei restanti orari chiunque passeggi sulla spiaggia o voglia farsi il bagno lo fa, di fatto, a proprio rischio e pericolo. Come se non bastasse la stessa situazione di totale abbandono in tema di sicurezza pubblica, quest’anno, riguarda anche le spiagge libere urbane di Ostia che sono rimaste, nonostante le promesse mai mantenute, prive di qualsiasi sistema di controllo (leggi qui).
“La verità è che i varchi di accesso posizionati a ridosso della battigia -puntualizzano al Battistini- al di fuori di qualsiasi polemica e con pieno rispetto per chi poi vive drammi come quello di stamattina, lasciati in queste condizioni rappresentano un pericolo per la salute pubblica. Le istituzioni hanno poi reinterpretato la normativa in base alla quale si sarebbero dovuti far carico dei controlli e delle pulizia degli accessi, nel senso che la loro sicurezza andava interpretata come un ulteriore vincolo posto a carico degli stabilimenti, di assicurarne la transitabilità, eliminando oppure riparando, eventuali barriere di divisione atte a ostacolare il movimento delle persone sulla battigia“.
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