Ciampino, per l’incendio al deposito rifiuti Legambiente denuncia a Procura della Repubblica

Legambiente sottolinea che si tratta, con quello di Ciampino, del 145esimo incendio nel solo Lazio negli ultimi 10 anni da combustione di rifiuti e denuncia i fatti  alla Procura della Repubblica

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Il rogo di Ciampino in uno scatto di ieri sera.

A Ciampino proseguono le operazioni lunghe e delicatissime per lo spegnimento del colossale incendio che ha distrutto un’area da 22mila metro quadrati e provocato un innalzamento impressionante dei livelli di diossina nell’aria e Legambiente passa all’attacco, annunciando la presentazione di una denuncia per questi fatti alla Procura della Repubblica di Velletri per il grave danno ambientale.

Legambiente sottolinea che si tratta, con quello di Ciampino, del 145esimo incendio nel solo Lazio negli ultimi 10 anni da combustione di rifiuti e denuncia i fatti  alla Procura della Repubblica

Quello di Ciampino è stato in totale il 145esimo nel solo Lazio nell’arco degli ultimi 10 anni, per il quarto posto in Italia tra le regioni funestate da incendi derivanti da combustione di rifiuti, una classifica molto poco lusinghiera.

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente, rincara la dose e sottolinea che il danno ingente oramai è qualcosa di irreparabile: “Siamo di fronte all’ennesimo disastro nel ciclo dei rifiuti, – rammenta Scacchi – con diossine alle stelle e giornate intere di esposizione per la cittadinanza di un intero quadrante. L’allarme adesso rientrerà, la nube si dirada e le diossine torneranno nei valori consentiti ma ormai il danno è fatto: la loro dispersione, la ricaduta e l’impatto sulla salute delle persone lo vedremo in futuro e come al solito sarà pesantissimo. Presentiamo denuncia alla procura della Repubblica, per chiedere di indagare le cause e procedere contro eventuali responsabilità”.

La denuncia ufficiale per i fatti di Ciampino sta venendo presentata oggi, 1 agosto, dall’avvocato Diego Aravini presidente del CEAG (Centro di Azione Giuridica):  Quello che è chiaro poi – evidenzia Scacchi – è che il numero di eventi simili in impianti di trattamento è enorme e i motivi sono sempre gli stessi: riempimento ben oltre il consentito, impianti antincendio non funzionanti o non adeguati anche di fronte all’eccessivo quantitativo di rifiuti presenti, negligenze nella cura dei materiali stessi. Un gran numero di episodi simili e per buona parte avvenuti intorno al territorio della Capitale, anche perché, qui, la gestione dei rifiuti continua ad essere un totale disastro: di impianti per il trattamento delle frazioni e aumento della raccolta differenziata a Roma non si vede neanche l’ombra, i materiali continuano a saturare i territori circostanti in discariche e capannoni e invece di trasformare i rifiuti in risorsa ambientale ed economica, nella Capitale si continua a pagare una delle tariffe più alte d’Italia mentre le distese dei rifiuti non raccolti invadono le strade, i parchi il territorio circostante e l’immagine stessa della città. E guarda caso dove un ciclo corretto non c’è, le ecomafie trovano praterie dove agire indisturbate con smaltimento illecito, discariche abusive, abbandono e roghi”.

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