In Sudafrica è stato documentato con un filmato l’attacco di un’orca assassina a un grande squalo bianco. Il video, girato in presa diretta qualche settimana fa, è da brividi e in breve tempo è diventato virale nel web. La vicenda è avvenuta nelle acque di Mossel Bay, centro portuale della provincia del Western Cape che si affaccia sull’Oceano Indiano a est del Capo di Buona Speranza. Un team di ricercatori del Centro Studi Squali di Valpiana (Massa Marittima), nel corso di una spedizione scientifica, ha assistito dalla propria imbarcazione al combattimento tra i due massimi predatori dei sette mari. Come spiegato in un nostro precedente articolo, il grande squalo bianco è al vertice della catena alimentare nell’ecosistema marino. L’unico predatore occasionale dello squalo bianco è proprio l’orca. L’Orcinus orca è un mammifero marino appartenente alla famiglia dei delfinidi (cetacei odontoceti). Ha una lunghezza che varia tra i 5 e gli 8 metri per un peso che può superare le 6 tonnellate.
Già nel 1997 fu filmato uno scontro tra un’orca di oltre 6 metri e uno squalo bianco di circa 3 metri, nei pressi delle Isole Farallon, al largo delle coste di San Francisco
A prima vista l’attacco di un’orca a un grande squalo bianco sembrerebbe un classico confronto in natura tra predatori e prede. In realtà l’evento nasconde ben altro e si pone al centro di una questione che da anni non fa dormire sonni tranquilli a studiosi e ricercatori. Sappiamo che proprio in Sudafrica, nella regione del Western Cape, al largo delle coste di False Bay, Mossel Bay, Gansbaai e Plettenberg Bay, sono presenti delle importanti zone di riproduzione dei grandi squali bianchi. Evidentemente a causa della temperatura mite delle acque e di condizioni favorevoli nell’approvvigionamento di cibo, gli squali bianchi, (Carcharodon carcharia), hanno colonizzato in gran numero le suddette zone. Il tratto di costa è un luogo straordinario per l’osservazione scientifica dello squalo bianco, attirando inoltre un gran numero di turisti incuriositi dal poter vedere da vicino il protagonista della pellicola di Steven Spielberg, “Lo squalo”, del 1975.
Negli ultimi tempi, i grandi squali bianchi del Sudafrica hanno subito una consistente diminuzione del loro numero. Gli studiosi si sono interrogati sul perché!
Con questo quesito ci ricolleghiamo all’orca assassina che giorni fa ha aggredito uno squalo bianco a Mossel Bay, non lasciandogli scampo. La zona è battuta da tempo da ben due esemplari maschi di orca che cacciano insieme. Sono cetacei di grossa taglia che si sarebbero stabiliti nell’area facendo strage di squali bianchi. Hanno anche un nome, Port e Starboard (“babordo” e “tribordo”), messo loro dai ricercatori in quanto entrambi avrebbero la pinna dorsale collassata; a Port pende a sinistra, a Starboard ovviamente a destra. Potrebbero essere esemplari di orca assassina molto anziani o malati. In ogni caso, questa loro preferenza alimentare quasi assoluta per gli squali bianchi è fonte di molti interrogativi tra gli addetti ai lavori, per alcuni aspetti è un vero e proprio mistero.
Nel 2007, la biologa marina neozelandese, Ingrid Visser, documentò con fotografie e filmati il comportamento predatorio di alcuni branchi di orche al largo delle coste della Nuova Zelanda. In effetti i cetacei attaccavano grandi esemplari di squalo bianco e di mako. Il loro sistema di caccia si dimostrò efficace e peculiare. Mentre un’orca tramortiva lo squalo bianco a colpi di coda, un’altra puntava a morderlo al ventre, nella zona del fegato, organo di notevoli dimensioni dall’alto contenuto energetico.
L’orca (Orcinus orca) è abituata a cacciare in branco e si rivolge a prede importanti. Trovandosi in tutti i mari e negli oceani, dalle regioni artiche e antartiche a quelle tropicali, le orche si sono perfino specializzate in particolari tipi di prede. Leoni marini, foche, pinguini, trichechi, balene, delfini, pesci di varia natura, uccelli e appunto squali, fanno tutti parte della dieta molto ampia di questo super-predatore all’apice della piramide alimentare. Tuttavia non si riesce a comprendere in pieno le ragioni che hanno spinto due esemplari di orca, probabilmente in età avanzata, a seminare il terrore in quella determinata zona di mare, facendo strage di squali bianchi e non solo.
Dal 2017 ad oggi, si sono registrati nove diversi casi di squali bianchi predati da Port e Starboard. A febbraio del 2023 inoltre le due orche assassine hanno ucciso in un solo giorno ben 19 squali manzo
In sette anni di terrore, la colonia di squali bianchi della regione del Western Cape in Sudafrica si è drasticamente ridotta, tra esemplari predati e altri che si tengono alla larga dal sito. Negli ambienti scientifici, si presume che le due orche potrebbero aver rivolto le loro attenzioni agli squali bianchi a causa della sopraggiunta incapacità di cacciare, in zona, prede più usuali e “facili” come i delfini. Le pinne dorsali collassate sarebbero infatti indice delle precarie condizioni di salute dei cetacei o di un’età molto avanzata. Gli squali, non agili e veloci quanto i delfini e dotati di un fegato altamente nutritivo per le orche, si delineerebbero come una sorta di “preda” ideale seppur uno squalo bianco sia sempre in grado di difendersi e di infliggere danni letali.
In ogni caso due orche non possono essere accusate della drammatica diminuzione dei grandi squali bianchi in Sudafrica, concetto ribadito nei suoi articoli dal Dott. Alessandro De Maddalena, uno dei maggiori esperti di squali al mondo. Come spiegato anche in un nostro precedente articolo, lo squalo bianco, insieme a tanti suoi cugini maggiori e minori, si trova a fronteggiare numerosi problemi che a oggi lo rendono una specie a forte rischio estinzione, al centro di numerosi programmi di localizzazione e marcatura e progetti di ripopolamento.
L’attacco dell’orca al grande squalo bianco avvenuto a Mossel Bay è considerato uno tra gli eventi più rari del mondo marino. L’abilità nell’averlo filmato del team dei ricercatori del Centro Studi Squali di Massa Marittima, fornisce informazioni utili per comprendere il comportamento di entrambe le specie. L’unica certezza è che il grande squalo bianco sembra aver perso il ruolo di dominatore del mare, almeno in Sudafrica.
Note e bibliografia:
- Le fotografie sono utilizzabili in base alle licenze dai siti Canva, Pixabay e Pexels.
- Articolo di Alessandro De Maddalena sul sito di Epi Edizioni.