Mortale di Casal Palocco: Smart trascinata per 22 metri. Lo youtuber: “Andavo a 65 km l’ora”

Saranno determinanti le analisi tecniche sulla velocità del suv Lamborghini e sulla dinamica dell’incidente mortale

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C’è una notevole differenza tra la velocità rilevata dal gps e quella dichiarata dal guidatore nell’incidente mortale di Casal Palocco costato la vita al piccolo Manuel di 5 anni. Il conducente Matteo Di Pietro nel corso dell’interrogatorio di garanzia avrebbe dichiarato di procedere a 65 km l’ora mentre i gps istallato sul suv Lamborghini investitore avrebbe segnato poco prima 124 km l’ora.

Saranno determinanti le analisi tecniche sulla velocità del suv Lamborghini e sulla dinamica dell’incidente mortale

La differenza tra le due indicazioni è notevole, quasi il doppio. E’, comunque, inoppugnabile che il limite di velocità segnalato su via di Macchia Saponara, dove è avvenuto il tragico impatto, è di 30 km l’ora. E un altro dato incontestabile è che la Smart ForFour guidata dalla mamma di Manuel, impegnata nella svolta a sinistra, è stata trascinata per quasi 22 metri dal punto dell’impatto con la Urus Lamborghini.

Nei prossimi giorni saranno depositati i primi risultati della consulenza tecnica disposta dai magistrati, i quali vogliono inoltre tentare di recuperare anche tutto il materiale video delle telecamere che erano a bordo dell’auto e sui telefonini utilizzati per registrare i filmati social dei The Borderline. Dall’ordinanza con cui il gip di Roma ha disposto i domiciliari per il ventenne, accusato di omicidio stradale aggravato, è emerso che «la velocità eccessiva della Lamborghini e la violenza dell’impatto contro la Smart sono avvalorate dall’assenza di tracce di frenata prima dello stesso, e dalla presenza invece di segni di scarrocciamento dopo la collisione, impresse dalla Smart per metri 21,70». Secondo quanto si legge nel provvedimento, il veicolo avrebbe raggiunto i 124 chilometri orari in via Macchia di Saponara (oltre il limite dei 30 in quel tratto di strada), a Casal Palocco, pochi istanti prima di impattare con la Smart.

Nell’interrogatorio di garanzia il conducente del suv, lo youtuber Matteo Di Pietro, avrebbe sostenuto che l’auto viaggiava a una velocità di circa 65 km l’ora. Secondo alcuni dei passeggeri che erano all’interno della Lamborghini l’auto viaggiava oltre i limiti consentiti in quella strada, ma la percezione non sarebbe stata di una velocità che raggiungesse i 120 chilometri orari. Elementi che affiorano dalle testimonianze di chi era a bordo della super car, citate nell’ordinanza cautelare: nell’auto erano in cinque e almeno due erano intenti a registrare dei video utilizzando il cellulare e una GoPro.

I pm hanno quindi affidato rilievi per stabilire con massima precisione i parametri dell’auto in quei momenti.

C’è poi da fare luce se risponda al vero l’accusa che il suv non abbia frenato. Anche questo è un dato che dovranno spiegare i consulenti tecnici: va ricordato, infatti, che quell’auto è dotata di dispositivi elettronici e meccanici che regolano la frenata in automatico magari senza che la frenata lasci segni evidenti sull’asfalto.

I legali del giovane, i quali negano che il giovane stesse superando un veicolo nei pressi dell’incrocio, puntano invece a dimostrare che la mamma del bimbo possa aver tagliato la strada alla Lamborghini guidata da Di Pietro, senza dargli la dovuta precedenza.