Roma, spiega Dante ai bambini di 7 anni: maestra indagata per maltrattamenti

La maestra insegnava a due classi della scuola primaria: piccoli di 7 anni costretti a studiare Dante e simboli strani

Una lezione della maestra finita sotto indagine

Quando era serena dalla cattedra spiegava Dante ai bambini di seconda elementare. Quando non riusciva a trattenere le sue turbe psichiche, invece, alzava troppo la voce e tracciava disegni strani alla lavagna. “A” con le gambe oppure vortici celtici. E poi imponeva ai bambini di scrivere per decine di volte serie di numeri o parole. Del tipo “Io sono un matematico”.

La maestra insegnava a due classi della scuola primaria: piccoli di 7 anni costretti a studiare Dante e simboli strani

I sessanta giorni di lezioni della maestra – per due mesi insegnante all’istituto Carlo Levi in via Serrapetrona a Vigne Nuove – saranno ora passati in rassegna a piazzale Clodio dove è finita indagata con l’accusa di maltrattamenti nei confronti dei suoi scolari. Nonostante alcuni Tso alle spalle, l’insegnante una 48enne romana aveva risposto all’appello della scuola e si era presentata a lezione, contenta di riavvicinarsi ai bambini.

Solo che i piccoli erano terrorizzati dalla maestra tanto strana e nella scuola è scoppiato il caos quando una bidella ha fotografato gli strani disegni alla lavagna, frutto secondo il suo legale – l’avvocato Giuseppe Campanelli – di problemi psicologici che la tormenterebbero da qualche anno.

La procura, però, nonostante le sue difficoltà l’ha ritenuta imputabile e ne ha richiesto il rinvio a giudizio.

Gli episodi finiti sotto l’attenzione della pm Claudia Alberti risalgono all’anno scolastico 2020-2021. La dirigente scolastica della scuola, in seguito alle numerose segnalazioni dei genitori preoccupati dai racconti dei figli, ha provveduto a disporre la sospensione dell’insegnante.

Ora nel procedimento si contano una 70anni di parti offese, ossia i genitori dei 36 alunni di due classi della primaria dove la maestra a suo modo insegnava.

Dante e i sonetti

Ora spetterà al giudice per l’udienza preliminare decidere se portare a processo la maestra stralunata. La docente in qualche occasione avrebbe iniziato a parlare anche una lingua definita strana dai bambini, forse in latino o in volgare. Oppure si sarebbe soffermata su Dante e i vari gironi della Divina Commedia oppure nel celeberrimo sonetto dedicato a Beatrice: “Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand’ella altrui saluta...”

Ma sono stati i simboli celtici e l’A con le zampette – interpretata come A di Anarchia – a mettere in allarme le mamme che consultatesi sulle chat sono passate poi all’azione.

Fortunatamente la maestra non ha mai perso le staffe fino ad arrivare a toccare o a darle sberle ai bambini. Per spaventarli, secondo i genitori, bastavano le sue urla e le sue stranezze.