Fermo biologico nel Tirreno: rischio stangata su spigole, orate e frittura di paranza

Fermo pesca per un mese: restano in porto 63 pescherecci con 200 quintali di prodotto in meno dal Tirreno ogni giorno

Il mese di giugno di avvicina, e per il comparto pesca del Lazio questo significherà fermo pesca biologico e interdizione a tutte le unità, e cioè le flotte pescherecce di Fiumicino, Anzio e Civitavecchia, del tratto di mare antistante il Compartimento marittimo di Roma.

Fermo pesca per un mese: restano in porto 63 pescherecci con 200 quintali di prodotto in meno dal Tirreno ogni giorno

Scatta con il 1° di giugno 2023, il fermo della pesca ovvero l’interruzione temporanea obbligatoria esercitata mediante l’utilizzo delle reti a strascico che riguarderà il Compartimento marittimo di Roma e Civitavecchia per tutto il mese.

In base al decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, firmato dal responsabile Francesco Lollobrigida, dovranno dunque restare in porto i 25 pescherecci di Fiumicino, i 22 di Anzio e i 16 di Civitavecchia.

Lo stesso potrà prevedere lo sbarco di tutte le attrezzature adibite alla pesca su cui l’Autorità marittima apporrà i sigilli, mentre per gli interventi di manutenzione, i pescherecci potranno essere autorizzati a raggiungere altri porti e cantieri nautici.

Mare aperto solo per le imbarcazioni della piccola pesca e quelle abilitate alla cattura dei molluschi, ma nonostante ciò le previsioni sono quelle di possibili aumenti dei listini per  frittura, polpi, gamberi, triglie, scampi, mazzancolle, e seppie, ma anche spigole, orate e merluzzi, il cosiddetto pesce magro, quindi il più richiesto e consumato. 

Ma a spiegare cosa significherà per il mercato è Gennaro Del Prete, presidente della coop Pesca romana di Fiumicino: “Sul mercato locale in particolar modo quello romano mancheranno oltre 200 quintali ogni giorno del classico prodotto del mar Tirreno. Quindi è evidente che pescherie e ristoranti dovranno ricorrere a forniture di pescato che proviene dall’Adriatico e dalla vicina Campania oltre a quello che viene dai mercati esteri”.

Contributi agli armatori

Nel periodo dl fermo gli armatori riceveranno un contributo economico per ogni marinaio imbarcato, corrispondente a 30 euro al giorno. Il contributo cambia invece per motopesca sotto le 100 tonnellate e quelli di tonnellaggio superiore, che riceveranno rispettivamente poco meno di 6mila euro i primi e almeno 7mila i secondi.