Festa della Mamma a Rebibbia: il destino di due bimbi “detenuti”

Sono due i bimbi reclusi a Rebibbia, un terzo nascerà a giugno: festa della mamma dietro alle sbarre

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Immagine di repertorio.

Festa della mamma in carcere per due bimbi detenuti. Sono due i piccoli attualmente ristretti insieme alle loro due mamme nel carcere di Rebibbia, un maschietto di 2 anni e una femminuccia di 8 mesi. Un terzo bimbo, figlio di un’altra detenuta all’ottavo mese di gravidanza, nascerà il prossimo mese.

Sono due i bimbi reclusi a Rebibbia, un terzo nascerà a giugno: festa della mamma dietro alle sbarre

A far loro visita questa mattina, 14 maggio festa nazionale della mamma, alcune consigliere capitoline, l’assessora Barbara Funari, la senatrice Cecilia D’Elia Riviello e i Garanti delle persone private della libertà personale, regionale e di Roma, Stefano Anastasìa Giagni e Valentina Calderone. “Una iniziativa organizzata nell’ambito della campagna “Madrifuori“, spiega la consigliera capitolina e avvocata penalista Cristina Michetelli.

Nell’occasione c’è stato un incontro oltre che con la neo-direttrice di Rebibbia, Nadia Fontana, anche con le mamme detenute e i loro piccoli, compresa una terza mamma che per il suo stato di gravidanza avanzata e a rischio è stata associata nella sezione nido.

I figli hanno assolutamente bisogno di socializzare con i loro coetanei e le madri di un percorso inclusivo che, oltre a stare con i loro figli, consenta loro una formazione e un reale lavoro di rieducazione”, spiega Michetelli.

La promessa: il servizio anagrafico in carcere

Intanto su iniziativa della Garante per i detenuti di Roma Capitale verrà presto attivato un servizio di anagrafe in carcere. Tra le criticità avanzate dalle detenute, sia quelle coi figli in carcere che non, l’impossibilità di avere documenti anagrafici.

Per tutte le detenute i problemi rimangono sempre gli stessi: accesso ai servizi anagrafici, strutture dove poter usufruire di benefici e misure alternative all’esecuzione della pena in carcere, una casa e un lavoro dopo la fine della pena”, aggiunge la consigliera.

Problematiche che si ripercuotono sui piccoli costretti a vivere nel carcere, nonostante gli spazi per i giochi, i giardini e il personale attento, non hanno possibilità di uscire e socializzare con gli altri bimbi “liberi”.