Roma, conti svuotati con la Posta Pay: sotto inchiesta tre impiegati delle Poste

Indagati due cassieri e un loro collega, loro superiore, della Posta di Piazza Bologna

Non riceve la Posta Pay e nel frattempo si ritrova il conto alleggerito di 25mila. E’ partita da una denuncia di una 84enne romana l’inchiesta della procura di Roma che ha portato all’iscrizione del registro degli indagati con le accuse di truffa e ricettazione tre impiegati del più noto Ufficio Postale di Roma, quello di Piazza Bologna .

Indagati due cassieri e un loro collega, loro superiore, della Posta di Piazza Bologna

In base a una indagine condotta dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Pierluigi Cipolla, due cassieri su istigazione di un terzo, loro superiore, avrebbero alleggerito più conti racimolando 50mila euro.

L’84enne si è rivolta ai carabinieri della stazione Roma Tor Vergata dopo che si era ritrovata il conto alleggerito di 25mila euro con 4 prelievi: tre del 6 maggio del 2022 ( due di 7mila euro e uno di 4.000) e l’ultimo tre giorni dopo di altri 7mila.

Già i primi accertamenti avevano portato a una pista interna. Le operazioni di prelievo, infatti, erano state effettuate agli sportelli dell’Ufficio Postale mediante l’utilizzo di una carta Banco Posta associata al conto dell’anziana.

A eseguire quei prelievi due impiegati che una volta ascoltati hanno riferito di aver eseguito l’operazione su incarico di un collega data l’impossibilità della titolare di farlo personalmente. Collega che aveva fornito loro la Posta Pay, il numero del Pin e anche i documenti dell’intestataria. Soldi che sempre a dire dei due cassieri o avevano consegnato direttamente al collega o avevano versato su un conto da lui indicato.

Più denunce

Nel frattempo al comando dei carabinieri sono state dirottate altre tre denunce con donne intestatarie sempre donne e per lo più anziane.

Si scoprirà poi che i prelievi anomali sarebbero avvenuti in un particolare momento quando le pensionate dovevano ricevere un nuovo bancomat.

Spetterà all’autorità giudiziaria accertare la responsabilità dei due cassieri – che assistiti dagli avvocati Fabrizio De Paolis e Luca Pallotta – sostengono di aver agito in buona fede e su ordine di un superiore.