Roma, abusa della figlia di 2 anni e posta tutto su Telegram: papà orco condannato

Il papà filmava gli abusi e li rilanciava su un gruppo pedofilo di Telegram. La pena 12 anni

adriana tanoni

Più che un papà un mostro. Un 33enne di Torre Angela è stato condannato ieri a 12 anni di carcere, così scontati dalla scelta del rito abbreviato, per aver compiuto degli abusi sessuali sulla figlioletta di 2 anni, averne filmato le orride scene, per poi rilanciarle su Telegram in un gruppo di pedofili. Il pm Stefano Pizza aveva chiesto 14 anni di carcere.

Il papà filmava gli abusi e li rilanciava su un gruppo pedofilo di Telegram. La pena 12 anni

Al papà-orco veniva contestato il reato di violenza sessuale su minore, detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico. Il trentatrenne – come scrive Giulio De Santis sul Corriere della Sera – è stato assolto solo dall’accusa di adescamento su un 15enne conosciuto in rete. Un tentativo di aggancio che, sulle carte, aveva preceduto solo di qualche giorno gli abusi sulla figlioletta.

Nel processo si è costituita parte civile la mamma della piccola ed ex compagna dell’imputato. Addolorata e ancora sotto choc ha assistito al procedimento che poi si è chiuso con la condanna a 12 anni, pena così ridotta grazie alla scelta del rito abbreviato che prevede per gli imputati, in caso di adesione, lo sconto di un terzo della pena. 

I fatti risalgono al 5 ottobre del 2022. Il 33enne, all’epoca disoccupato, è a casa solo con la bambina, mentre la mamma della piccola sta al lavoro. Distende la bambina sul letto, piazza nelle vicinanze un iPhone, poi compie gli abusi. Una volta terminato, si collega su Telegram a un gruppo di pedofili e rilancia le immagini.

Sono il padre

Il suo nickname è “Sono il padre”. Il pedofilo è certo che nessuno potrà risalire alla sua identità. Si fida dell’anonimato assicurato dagli amministratori del gruppo. Anche perché nei giorni precedenti ha cercato di far cadere nella sua rete un 15enne, sempre ricorrendo allo stesso nickname.

Le foto invece cominciano a circolare fuori da Telegram già pochi minuti dopo l’invio. Giorni dopo vengono captate dalla Polizia Postale di Milano che avvia le indagini informando la procura di Roma, competente per territorio.

Da quel momento comincia la caccia al pedofilo che verrà arrestato il 15 ottobre. L’uomo perde immediatamente la patria podestà.

Per la madre della piccola, all’oscuro di tutto, è un trauma, ancora non superato. E forse mai superabile.

Flebile, anzi inascoltabile, la difesa dell’imputato durante il procedimento a porte chiuse: “Avevo avuto in precedenza un incidente d’auto. Non ero in me, forse per via dei farmaci“.