Incendio degli sfasciacarrozze sulla Togliatti: sequestrato il cimitero delle auto mai bonificato

Roma, sequestrato lo sfasciacarrozze andato a fuoco due volte nel rogo di Centocelle: il proprietario viola l'ordinanza di rimozione delle carcasse

Roma: la scorsa estate una nuvola nera tossica aveva avvolto la città di Roma dalla Casilina alla Pontina, levatasi da un terribile rogo esploso nel parco di Centocelle che aveva coinvolto diversi sfasciacarrozze. Su uno di questi dopo quel devastante incendio del 9 luglio 2022, si era accanito un secondo rogo appena cinque giorni dopo, preso in tempo prima di avvelenare di nuovo l’aria.

In quel cimitero di carcasse d’auto e detriti sulla Via Palmiro Togliatti, era subito scattata l’ordinanza di sgombero dei materiali e di bonifica degli impianti coinvolti nell’incendio, ma i lavori di rimozione non sono mai stati eseguiti.

Roma, sequestrato lo sfasciacarrozze andato a fuoco due volte nel rogo di Centocelle: il proprietario viola l’ordinanza di rimozione delle carcasse

Una bomba tossica era esplosa a luglio dello scorso anno per l’incendio rimasto nella memoria recente dei romani sollevatosi dal parco di Centocelle che aveva mandato a fuoco una fila di attività di sfasciacarrozze sulla Via Palmiro Togliatti.

Quel rogo spento dopo ore, aveva fatto riemergere l’incubo di Malagrotta, con palazzine evacuate e strade bloccate per la parete di denso fumo scesa sul Grande Raccordo Anulare e nella zona di Ciampino e Romanina.

Tra i residenti la paura che un nuovo incendio possa esplodere tra quelle carcasse

Nell’immediato di quel disastro scattò l’ordinanza che ne richiedeva lo sgombero dei materiali e la bonifica degli impianti coinvolti nell’incendio, mai messi in pratica. Tanto che oggi su questa potenziale bomba che minaccia l’ambiente cittadino, è stato disposto il sequestro.

Sono stati gli agenti della Polizia Locale del VI Gruppo Torri ad eseguirlo nel terreno di proprietà dell’autodemolitore sulla Togliatti dove anche a distanza di pochi giorni dalla prima devastazione si riaccese un focolatio, fortunatamente preso in tempo.

Le pattuglie, nel corso di controlli sulle bonifiche delle aree incendiate avevano rivisto in quel cimitero di carcasse l’auto l’identica immagina lasciata poco meno di un anno fa, in uno stato di totale inadempienza di lavori di rimozione dei detriti, di fatto potenzialmente pericolosi. Un materiale praticamente lasciato a disposizione dei piromani e capace di mettere ancora una volta in crisi tutta la zona.

Il sito è stato posto sotto sequestro e il proprietario diffidato a svolgere i lavori nel più breve tempo possibile alla soglia della stagione incendiaria della Capitale.

Pochi giorni dopo quel disastro i lavoratori manifestarono contro il ventilato trasferimento fuori dal Gra, posizionando lungo la carreggiata anche parte del materiale bruciato nelle loro attività. Ma le pesanti tracce di diossina rilevate nell’aria nella zona di Torre Spaccata e dell’aeroporto di Centocelle a poche ore dal rogo misero il quartiere sulla difensiva.