Ostia, strage di meduse “Velella velella”: ecco perché succede e il pericolo per l’uomo

Ostia, torna il fenomeno dello spiaggiamento della Velella velella: secondo gli esperti è un indicatore di acque pulite 

Ostia: sulla spiaggia di Levante a Ostia, si è ripresentato anche quest’anno il fenomeno dello spiaggiamento delle meduse “Velella velella”. Una distesa bluette ha coperto con almeno un centinaio di esemplari il tratto di arenile che va dal Curvone di Piazzale Magellano e fino al canale dei Pescatori.

Una prima ondata di spiaggiamenti in quantità inferiore agli anni passati in realtà, che è forse solo un anticipo di quanto deve ancora arrivare dal mare. Un mistero questo fenomeno, da molti definito una sorta di suicidio di massa, ma in realtà non è così, per trattandosi di un selezione naturale.

Ostia, torna il fenomeno dello spiaggiamento della Velella velella: secondo gli esperti è un indicatore di acque pulite

Arriva puntuale tra aprile e maggio l’ondata blu di velelle che arrivano sulla spiaggia del Litorale romano per finire la loro vita fatta di delicate evoluzioni a pelo d’acqua. Impossibile anche solo per pura curiosità, non avvicinarsi e immortalarle, e per questo alcuni “cercatori” di curiosità ci hanno fornito nuovo materiale per tornare a parlarne, e capire un po’ di più cosa accade a questi esseri che vivono solitamente a largo, ma che ad un tratto raggiungono in massa la costa per spiaggiarsi.

Ma nella sostanza la natura vuole che quest’organismo che nasce in profondità, quando sale in superficie non riesce più ad immergersi né ad opporsi alla corrente ed al vento, con il risultato che vediamo lungo la nostra costa.

Sulla pericolosità di questa sequenza triste di creature morte sull’arenile, seppur dai colori ancora sgargianti, ci si interroga da anni. Eppure nonostante la somiglianza con la sua lontana cugina della specie dei Celenterati, la Caravella portoghese (Physalia physalis), la Velella spirans non è pericolosa per l’uomo.

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Un esemplare isolato sulla spiaggia di Ostia

E’ sì un animale carnivoro che cattura la sua preda generalmente costituta da plancton, tramite i tentacoli che contengono delle tossine, ma queste tossine pur funzionando efficacemente contro la preda, sono innocue per gli esseri umani.

Di fatto non riescono a penetrare nella pelle e quindi non causano nessuna reazione alla cute dell’uomo ma pur nello stato purtoppo di quiete perenne in cui si trovano ora, è sempre preferibile evitare di toccarle, o comunque toccarsi gli occhi dopo esserne venuti in contatto.

Questi dischetti ovali azzurri dal fascino quasi misterioso, non sono l’unica stranezza colorata finita sulle nostre spiagge. Specie sempre più aliene sono diventate sempre più frequenti, tra queste il granchio blu e la Stella marina serpentina. Ma negli scorsi mesi ha fatto notizia anche il rinvenimento di un totano gigante e di un bellissimo quanto raro esemplare di gazza marina, che abitualmente vive nei mari del nord.

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La presenza della Velella velella invece, secondo Mare Vivo, indicherebbe acque pulite attirando numerose specie di pesci in vicinanza delle coste: “Negli ultimi anni l’entità degli spiaggiamenti è notevolmente aumentata – spiegano – e al fenomeno sono state attribuite varie cause come ad esempio maggiori controlli degli scarichi in mare e quindi minore inquinamento marino. Un’altra causa è stata attribuita alla scomparsa della tartaruga marina che era uno dei maggiori predatori delle velelle”.

Le foto della Velella e del totano gigante sono di Stefano Bruscarino.