Roma, allarme bomba in una scuola: ma era falso

Foto di archivio

Quando è arrivato l’allarme bomba i bidelli si sono precipitati a far uscire tutti gli alunni e i docenti, circa 900 persone in tutto. E’ iniziata alle 8 e 30 di questa mattina, martedì 4 aprile, la giornata da incubo in una scuola di Roma Nord, l’Istituto internazionale Marymount di Vigna Clara, frequentato anche da figli di vip.

L’allarme bomba è scattato all’inizio delle lezioni: ora si cerca il telefonista anonimo

Mentre gli alunni restavano fuori dalla scuola e tra i genitori scattava il tam-tam dell’allarme bomba agenti della Polizia di Stato e i colleghi artificieri hanno controllato tutte le classi e gli spazi in comune dell’istituto. Il risultato: non sono state trovate bombe. L’allarme è risultato falso.

Le indagini ora sono concentrate sulla mail con cui un anonimo ha segnalato l’allarme bomba, anzi bombe piazzate nell’istituto: rischia una denuncia per procurato allarme.

La segnalazione via mail

A far scattare l’allerta una mail indirizzata alla scuola in cui si minacciava di far esplodere una serie di ordigni. All’istituto sarebbe stato richiesto anche un riscatto in denaro per evitare la strage.

A comunicare la vicenda sono stati gli stessi dirigenti della Marymount con una mail indirizzata ai familiari degli studenti.

Abbiamo ricevuto una minaccia – hanno scritto i dirigenti della Marymount – Una mail in cui si minaccia di innescare la detonazione di dispositivi collocati nel campus. Nel messaggio vengono chiesti soldi alla scuola. D’accordo con l’ambasciata americana e la polizia abbiamo evacuato il campus e tutti ora sono al sicuro in un’area vicino all’uscita della Cassia. Faremo tornare a casa i bambini il prima possibile“.

Subito dopo la comunicazione è scoppiato il panico tra i genitori. Oggi era il penultimo giorno di scuola prima delle vacanze pasquali ed era prevista la celebrazione della Santa Messa. Intorno alle 11 è arrivata la comunicazione ufficiale della Polizia: nell’istituto non erano stati piazzati ordigni.

Il caso di Ostia

Il 25 gennaio era successo anche in una scuola di Ostia. “C’è una bomba a scuola”, ma l’allarme era falso. Istituto evacuato a Ostia e ore di scuola saltate. La bomba, infatti, non è stata trovata.

L’allerta era scattata nell’Istituto Faraday di via Capo Sperone. A ricevere la telefonata che ha fatto scattare l’allarme una addetta alla segreteria dell’istituto tecnico. Dall’altra parte del telefono una voce camuffata: “C’è una bomba a scuola. Questo è un avvertimento”.

E’ subito scattata la segnalazione ai carabinieri della locale compagnia che una volta precipitatisi sul posto hanno fatto evacuare l’istituto per precauzione. Dopo una minuziosa perquisizione, però, nella scuola non è stata trovata nessuna bomba, nessuna traccia di ordigni, come tra l’altro i militari non avevano escluso sin dal primo momento.

Allora sono scattati gli accertamenti su chi avesse chiamato. Da qui la sorpresa: a far scattare l’allarme uno studente dello stesso istituto che ingenuamente aveva chiamato col suo telefonino. Rintracciato praticamente in pochi minuti è stato identificato. (leggi qui)

Il 16 settembre in concomitanza con l’ingresso degli alunni in classe, in una scuola del quartiere Torrenova, all’ istituto comprensivo “Antonio de Curtis” di via della Tenuta di Torrenova, era scattato un altro allarme bomba infondato.