Roma, uccide l’amico a coltellate ma è giudicato infermo di mente: a processo i medici che lo avevano in cura

Un uomo ha ucciso a coltellate un amico scambiandolo per un elfo maligno ed è stato assolto perchè giudicato incapace d'intendere e di volere. Ora finiranno a processo i medici che lo avevano in terapia

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Immagine di repertorio

Roma: avrebbe inferto almeno trenta coltellate per uccidere un suo caro amico, che sarebbe stato scambiato per un elfo malvagio. Per questi fatti un uomo 38enne è stato assolto dall’accusa di omicidio dopo anni d’indagini, perchè giudicato incapace d’intendere e di volere e solo dopo un anno in carcere è stato portato in una clinica riabilitativa.

Un uomo ha ucciso a coltellate un amico scambiandolo per un elfo maligno ed è stato assolto perchè giudicato incapace d’intendere e di volere. Ora finiranno a processo i medici che lo avevano in terapia

Ma adesso, per questa vicenda, avvenuta il 20 ottobre 2017, andranno a processo i medici che, all’epoca dell’evento erano di turno il giorno della tragedia, quando la sorella dell’aggressore ha telefonato al centro d’igene mentale della Capitale che aveva in cura il fratello, sicura che questo stesse per compiere l’insano gesto.

Il 38enne assalitore era affetto da anni da alcuni disturbi psichici, e nonostante diversi Trattamenti Sanitari Obbligatori era riamasto estremamente instabile, era spesso molto nervoso e aveva attaccato fisicamente già in passato alcuni suoi parenti, fino alla mattina in cui è accaduto l’irreparabile, con una serie infinita di coltellate.

Nonostante la sorella avesse subito intuito che il fratello stesse per aggredire la vittima, chiamando allarmata i medici che si occupavano da tempo di lui, pare che quel giorno la donna non abbia ottenuto un intervento rapido.

Dalla ricostruzione dei fatti, risulterebbe che, dopo vari minuti dalla telefonata della parente dell’accoltellatore al centro di salute mentale, due persone siano state mandate a casa del bruto per monitorare la situazione, quando però era troppo tardi e le coltellate erano già state assestate.

L’uomo aveva già ucciso un suo caro amico, con la vittima che morirà poco tempo dopo per la profondità delle ferite riportate.

Il rinvio a giudizio dei medici sarebbe dunque avvenuto in quanto la procura di Roma sosterrebbe che questi ultimi non sarebbero intervenuti tempestivamente per valutare la possibilità di cambiare la terapia del 38enne che ha poi ammazzato l’amico.

Al contrario i dottori sosterrebbero che l’allarme sarebbe stato lanciato tardivamente, impedendo loro di modificare per tempo la terapia farmacologica dell’aggressore.

Ricordiamo come sempre ai lettori che le prove si formano nel corso del processo e fino al terzo grado di giudizio un indagato non può essere considerato colpevole.

Per quanto riguarda un altro omicidio,  quello del carabiniere Mario Cerciello Rega, recentemente la Cassazione ha invece chiesto la conferma delle condanne per Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, i due americani che il 26 luglio 2019 hanno ucciso il militare, con 11 fendenti in 20 secondi.