La primavera scalpita e il Roseto comunale di Roma, considerato il più bello al mondo, si prepara a riaprire. La stagione al Roseto ripartirà il 21 aprile, in piena fioritura e in coincidenza col Natale di Roma.
Il roseto gode anche di una veduta spettacolare. Qui tutti gli esemplari rari
Ogni giorno, dalle 8.30 e fino alle 17.30, festivi inclusi, sarà possibile ammirare le circa 1100 specie di rose provenienti da tutto il mondo. L’ingresso è gratuito per tutti.
Tra la collezione di fiori antichi e moderni ce ne sono anche alcuni curiosi, come la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde, la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida, una rosa maleodorante.
L’area, di circa 10mila metri quadrati, non è affascinante solo per gli appassionati di botanica, giardinaggio e natura in generale. Ma anche per chi ama la storia e l’archeologia.
Il Roseto comunale di Roma, unico al mondo anche per la sua spettacolare posizione, si adagia sulle pendici dell’Aventino, di fronte ai resti del Palatino, appena sopra il Circo Massimo. Di dimensioni contenute, offre una magnifica vista che spazia dal colle Palatino, al campanile di Santa Maria in Cosmedin, alla cupola della Sinagoga, al Vittoriano, fino ad arrivare all’osservatorio di Monte Mario.
Fin dal III sec. a.c. il luogo in cui sorge il roseto era dedicato ai fiori. Tacito, negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo.
Ricoperto di orti e vigne fino a tutto il XVI sec., divenne, nel 1645, l’Orto degli Ebrei con annesso il piccolo cimitero della Comunità. Dal 1934, anno del trasferimento del cimitero ebraico al Verano, l’area, destinata dal piano regolatore generale di Roma a Parco, rimase incolta fino al 1950, quando divenne sede del nuovo roseto comunale. L’antico, che si trovava sul colle Oppio, era andato distrutto nella seconda guerra mondiale.
Come ringraziamento alla comunità ebraica, che aveva permesso di ricreare il roseto in un luogo sacro, venne posta all’ingresso del giardino una stele in ricordo della precedente destinazione, e i vialetti che dividono le aiuole nell’area collezione, assunsero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo.
Il giardino segue la pendenza del terreno con una forma ad anfiteatro. Il disegno architettonico vuole mimetizzare la frattura orizzontale costituita da via di valle Murcia, che divide il giardino in due parti.
Nell’area più vasta si trova la collezione di rose botaniche, antiche e moderne. Nella parte in basso, più piccola, si trovano i settori dove vengono dimorate le rose partecipanti al “Premio Roma” e la collezione delle rose che, dal 1933 – anno della prima edizione svoltasi a Colle Oppio – hanno vinto questa prestigiosa manifestazione.
L’idea di un roseto a Roma è venuta alla contessa Mary Gailey Senni, grande amante della natura ed esperta della botanica. Americana di nascita, si sposò con un conte italiano e rimase a vivere in Italia. Donna dal carattere deciso e caparbio dovette lottare non poco per vedere realizzato il suo progetto.
Le rose da ammirare
Nella sezione più ampia è ospitata un’interessante collezione, in tutto circa 1200 esemplari, di rose botaniche, antiche e moderne, rinomata in tutto il mondo per la sua straordinaria bellezza.
Gli esemplari coltivati provengono un po’ da tutto il mondo: dall’Estremo Oriente sino al Sud Africa, dalla Vecchia Europa sino alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe.
Le rose primordiali
Sono presenti specie primordiali, o “rose botaniche”, che risalgono a 40 milioni di anni fa, molto pregiate e poco conosciute, dimorate insieme alle “rose antiche”, tutte di grande originalità e bellezza.
Passeggiando tra i viali si possono ammirare le rose Damascene che già fiorivano a Paestum e a Pompei, ancora oggi usate come base per essenze profumate, o la famose rose Galliche, le uniche nell’antichità di colore rosso e considerate sacre dai persiani. Varietà rare e particolari s’intrecciano in questa collezione catturando l’interesse del visitatore.
Ci si imbatte così nella rosa dedicata alla fine della guerra delle Due Rose: il suo fiore, quando è in boccio, è rosso come la rosa dei Lancaster, ma quando si apre è bianco come la rosa degli York le due famiglie in guerra per il trono inglese.
La rosa chiamata Peace ha una storia molto particolare: le talee di questo ibrido, ottenuto in Francia da Francis Meilland, allo scoppio della II Guerra Mondiale, prima che le frontiere francesi fossero chiuse, furono inviate ai vivaisti che ne avevano acquistato i diritti in Italia, in Germania e negli Stati Uniti.
Proprio in America, alla fine della guerra, la stessa varietà fu posta come ornamento sui tavoli delle trattative di Pace della Conferenza di San Francisco, divenendo così il simbolo della Pace. In Italia è conosciuta con il nome “Gioia”.
Le visite
Il Roseto è visitabile anche da persone con disabilità e da chi ha un cane, purché di piccola taglia e tenuto al guinzaglio.
È possibile anche prenotare visite guidate, in questo caso a pagamento (qui i contatti: 06-5746810 oppure rosetoromacapitale@comune.roma.it).
L’ingresso al Roseto è libero e gratuito.
Il Roseto Comunale di Roma Capitale è sito in Via di Valle Murcia al civico 6.
Le visite guidate al Roseto Comunale non avvengono tutto l’anno ma solo nei periodi di fioritura primaverile e autunnale. La prossima apertura, appunto, il 21 aprile.