Ostia, aumento del 50% del biglietto per il Parco archeologico diventa caso nazionale

Rialzi spropositati dei biglietti per i siti Archeologici italiani: anche l'ingresso per il Parco di Ostia Antica è inaccessibile. I cittadini: "Anni di campagne sull'accessibilità della cultura vanno a rotoli"

Roma: andare a visitare i parchi archeologici italiani sembra diventata una spesa un po’ troppo elevata per i turisti, talvolta costretti a scegliere addirittura di escluderli dal programma di visite, a favore di altre mete culturali economicamente più accessibili.

Causa di questo cambio repentino nel cronoprogramma dei turisti in visita anche nalla Capitale, è indubbiamente da imputare all’aumento dei prezzi dei biglietti, che potrebbe portare ad un effetto boomerang disastroso complessivo in poco tempo. Tra i siti in cui la tariffe sono lievitate vertiginosamente, c’è anche il Parco Archeologico di Ostia Antica che così si colloca nella rischiosa posizione di perdere punti nella percezione delle bellezze da non perdere.

Rialzi spropositati dei biglietti per i siti Archeologici italiani: anche l’ingresso per il Parco di Ostia Antica è inaccessibile. I cittadini: “Anni di campagne sull’accessibilità della cultura vanno a rotoli”

Anni di messaggi e campagne pubblicitarie, sull’importanza dell’accessibilità della cultura sembrerebbero andati a rotoli in pochi giorni, da quando cioè l’aumento dei prezzi dei biglietti soprattutto in alcune delle istituzioni culturali più importanti della bella Italia, tra cui il Parco Archeologico di Ostia Antica, ha reso complicato se non impossibile ad una famiglia l’ingresso alle visite.

Una brutta sorpresa che costerà cara anche alle attività ricettive e ai tour operator, che avevano impostato una bella fetta di proposta di incoming primaverile, sulle vacanze romane sul litorale con la formula full immersion nella storia, tra il Parco di Ostia Antica, i Porti di Claudio e Traiano, la Necropoli di Porto, il Museo delle navi e il Castello di Giulio II.

Un principio di “valanga” che si rifletterà anche sulla stagione estiva della Capitale, tanto per dare un altro colpo alle attività balneari già in fermento per la preparazione della stagione.

Inevitabilmente in un paese come l’Italia dove il turismo incide non poco sul PIL, la notizia dei rincari fino al 50% dei Musei Archeologici, è rimbalzata in modo irrefrenabile dai siti ufficiali alle agenzie media, diventando un caso nazionale.

Le tariffe della vergogna non hanno lasciato indenne nessuna delle istituzioni culturali più importanti del paese. Nel Parco Archeologico di Ostia Antica, il prezzo del biglietto intero passa da 12 a 18 euro; mentre al Museo Archeologico di Napoli il costo del biglietto è passato addirittura a  22 euro. Anche agli Uffizi di Firenze poi la stangata ai visitatori alla biglietteria arriverà questa settimana con il nuovo prezzo del biglietto intero che arriverà a 25 euro, nel Colosseo si entra con 18 euro.

Se a questi rialzi spropositati verrà collegato un aumento di servizi o un miglioramento delle condizioni dei dipendenti della cultura, non è dato sapere. Al momento a chiunque abbia assistito ai rincari impotente il tutto è apparso solo un modo di fare cassa.

E’ vero che a pensare male si fa “peccato”, ma intanto sia dagli stessi Musei che possono decidere in autonomia i rialzi, che dal Ministro Sangiuliano, nessun commento è provenuto ad aggiungere ai fatti qualche valida motivazione.

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