Roma, salvo l’Istituto Dermopatico Immacolata : approvato piano di risanamento da 80 milioni

Il piano di risanamento del debito firmato ed avviato dalla Fondazione proprietaria mette in salvo il polo d'eccellenza per la cura delle malattie dermatologiche

Fonte Google Maps

Roma: ufficialmente avviata l’operazione finanziaria di risanamento del debito che permetterà all’Idi – Istituto Dermopatico dell’Immacolata di uscire dalla crisi, con un immissione di capitale anticrisi da 80 milioni di euro, che rientra nel contesto del piano industriale portato avanti dalla fondazione proprietaria dell’ospedale, la Fondazione Luigi Maria Monti.

Il piano di risanamento del debito firmato ed avviato dalla Fondazione proprietaria mette in salvo il polo d’eccellenza per la cura delle malattie dermatologiche

Dunque con la firma degli ultimi atti per l’accordo di ristrutturazione del debito con i principali creditori viene salvato uno dei centri d’eccellenza per la cura alle patologie dermatologiche, con una corposa manovra finanziaria che sanerà le pendenze del passato e avvia un importante piano investimenti.

Sembra dunque risolta la crisi decennale dell’Idi che traballa almeno dal 2013, garantendosi un futuro solido che permette di proteggere un polo capace di alleggerire le ben note lunghissime liste d’attesa e le gravi carenze di posti letto nel Lazio che più volte abbiamo evidenziato in altri nostri articoli.

Sono infatti 500 i posti letto dell’Idi con circa 440mila pazienti all’anno, da sempre all’avanguardia nella Capitale per la cura delle malattie dermatologiche, vengono messi in salvo anche i tanti dipendenti mediante due direttrici: ristrutturazione del debito pregresso omologato dal tribunale di Roma lo scorso mese di gennaio e in contemporanea avvio di un piano di rilancio con investimenti per le altre sedi romane, ovvero la clinica Villa Paola di Capranica ed il centro di riabilitazione di Montefiascone, nel viterbese, più due Rsa.

Dal 2015 l’Idi ha fatto capo al polo sanitario vaticano e adesso una delle principali fonti per sanare il debito è stata la vendita del grande immobile di via Monti di Creta, 18500 metri quadri che sono stati acquistati dal Fondo Geras tramite la Ream Sgr. Idi.

Adesso l’Idi continuerà a lavorare nella stessa sede pagando un affitto.

L’Idi è stato fondato come sanatorio nel 1925, durante la seconda Grande Guerra, fornendo un rifugio agli ebrei e ai perseguitati per volere di uno dei suoi fondatori,  Emanuele Stablum che era diventato medico rinunciando al sacerdozio.

Poi, nel 1990, dopo una crescita esponenziale l’Idi ottiene la qualifica di IRCCS, ossia Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

Arrivano poi gli scandali del 2012 con gli arresti dei dirigenti che avevano tenuto una gestione “fantasiosa”, sottraendo fondi per scopi privati.

Il personale era rimasto in quel periodo per tanto tempo senza stipendio, arrivarono tagli al personale e agitazioni, tanto che nel giorno dell’Immacolata del dicembre 2012 1500 lavoratori parteciparono all’Angelus papale in segno di protesta, provocando in Vaticano grande nervosismo, con il conseguente annullamento di tutti i vertici, per un “repulisti” che portò ad una nuova gestione con una fondazione nuova.

Si arriva ai giorni nostri, dove la situazione è sempre più migliorata, e anche l’attuale presidente della Regione Lazio Francesco Rocca è stato alla guida dell’Idi come direttore generale nel 2017 e molti sperano che questi suoi trascorsi permettano all’Istituto di venire ancor di più valorizzato.

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