Furti di carburante su mezzi Ama: sette dipendenti patteggiano la pena

Per sette netturbini che avrebbero fatto affari col carburante rubato pene fino a 2 anni e tre mesi

Invece di pulire le strade, rubavano carburante . E’ durante il turno di lavoro che un gruppo di netturbini di Ama aveva studiato come lavorare meno e guadagnare di più. Ora 7 dipendenti della municipalizzata dei rifiuti di Roma Capitale tra i 14 finiti sotto inchiesta hanno patteggiato condanne tra un anno e 11 mesi e due anni e tre mesi. (leggi qui)

Per sette netturbini che avrebbero fatto affari col carburante rubato pene fino a 2 anni e tre mesi

Secondo l’impianto accusatorio del pm Carlo Villani le sottrazioni di carburante avvenivano con l’aiuto di alcuni privati.

I patteggiamenti rappresentano uno stralcio dell’indagine che coinvolge anche altre 18 posizioni per quali è stata fissata l’udienza preliminare.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, tenuto anche conto della fattiva collaborazione fornita dalla società partecipata, gli incaricati di pubblico servizio coinvolti si sarebbero appropriati di carburante sia prelevandolo direttamente dai serbatoi degli automezzi di Ama con la tecnica del “succhio”, sia utilizzando indebitamente schede carburante in uso alla società per il rifornimento dei mezzi di servizio.

Carburante sottratto

Il carburante racimolato poi veniva rivenduto a privati, che lo acquistavano sottocosto. I maggiori complici i benzinai.

Sotto indagine sono finiti complessivamente 25 imputati. I dipendenti Ama, per lo più, con l’accusa di associazione a delinquere e peculato. Benzinai e privati compiacenti per ricettazione.

Secondo la ricostruzione della procura il succhio di carburante sarebbe avvenuto per lo più nella sede dell’associazione sportivo-dilettantistica Tiro al Volo, in via di Lunghezzina. La base logistica si sarebbe poi spostata in un deposito in via Poggio Sannita e quindi in un altro magazzino in via della Tenuta del Cavaliere.

Furti e depistaggi

Un’organizzazione con ruoli e compiti. C’era un capo organizzatore delle razzie, chi depredava i mezzi, chi contattava i fornitori a cui rivendere le centinaia di litri di carburante rubati. E persino chi per depistare le indagini danneggiava i fusibili o i freni dei furgoncini, in modo tale che nessuno avrebbe potuto utilizzare i mezzi e quindi rendersi conto del furto messo in atto (“je famo er fusibile e rientri”, “stamo a taglià e fili dei freni”).
Tra i 15 dipendenti Ama finiti sotto inchiesta sette erano accusati in maniera specifica di avere usato a proprio piacimento le tessere carburante messe a disposizione dall’Ama.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.