Vieta alla moglie di studiare l’italiano, condannato per maltrattamenti

L'uomo, un somalo, sottoponeva a maltrattamenti la moglie e i due figli: tutte le vessazioni

Marito e padre padrone condannato a piazzale Clodio per maltrattamenti in famiglia. Avrebbe sottoposto i propri familiari per anni imposizioni e vessazioni. Come il divieto alla moglie di studiare l’italiano perché ai corsi avrebbe potuto incontrare altri uomini o l’ordine impartito alla figlia di non andare a scuola perché socializzare sarebbe contrario all’islam.

L’uomo, un somalo, sottoponeva a maltrattamenti la moglie e i due figli: tutte le vessazioni

Per l’uomo, 55 anni, un somalo di fede musulmana mal interpretata, padre di un ragazzo e di una ragazza, è scattata la condanna a 3 anni di carcere. La procura aveva chiesto una condanna a quattro anni di carcere.

Dal 2018 i due figli si erano allontanati dalla casa paterna per raggiungere la madre, costretta anni prima a scappare via per sottrarsi alle umiliazioni e ai maltrattamenti del marito.

La vicenda della famiglia – arrivata a Roma negli anni novanta – si svolge ad Aprilia, dove la coppia si stabilisce dal 2001. Il marito padrone anche se senza un lavoro fisso pretende di essere l’unico a portare i soldi a casa. La moglie, nel frattempo, è sempre più isolata. Ha difficoltà a parlare l’italiano, vorrebbe partecipare a un corso per impararlo. Ma il marito non vuole, si oppone. “I corsi sono frequentati anche da uomini”, taglia corto lui.

Spesso l’uomo la picchia pure. Così lei decide di andare via da casa senza avere la possibilità di portare con lei i figli, nati e cresciuti in Italia e imbrigliati da un padre senza aperture al mondo occidentale. Il padrone di casa nel frattempo vieta alla figlia di andare a scuola perché a suo dire spetta a lei occuparsi del fratello.

Imporle di stare a casa è solo un modo per rispettare i principi islamici che, secondo l’interpretazione dell’imputato, vieterebbero a una donna di socializzare. Altro particolare ricostruito in aula che porterà il somalo alla condanna per maltrattamenti.

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