Ostia, aggressione al Grassi: esasperato dall’attesa perde la testa e ferisce l’infermiere

Ostia, aggressione al Pronto Soccorso del Grassi. ULS: "Una follia che deve finire mentre la presenza di presidi di Polizia di notte non viene assicurata"

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Immagine di repertorio.

Ostia: il Pronto soccorso del Grassi è stato lo scenario di un episodio di aggressione a danno del personale sanitario e della sicurezza avvenuto nelle ultime ore nella sala d’aspetto delle emergenze del nosocomio, dove un uomo con sua moglie si sono precipitati con il loro bambino neonato, dal quale stava uscendo del sangue dall’orecchio.

I testimoni che hanno assistito alla scena hanno raccontato come all’arrivo nel pronto soccorso, l’uomo fosse già molto agitato per le condizioni del suo bambino, ma dopo essersi messo in fila con delle precedenze da rispettare, la preoccupazione per quel sanguinamento inspiegabile, ha preso il sopravvento, e all’ennesima richiesta di un pediatra messa in attesa, ha scaturito la sua reazione violenta nei confronti dell’infermiere e della guardia giurata intervenuta per dividerli.

Ostia, aggressione al Pronto Soccorso del Grassi. ULS: “Una follia che deve finire mentre la presenza di presidi di Polizia di notte non viene assicurata”

E’ arrivato al pronto soccorso del Grassi con suo figlio neonato e la moglie, dicendo che al bambino usciva sangue da un orecchio. Una condizione che ha gettato due giovani genitori nel panico più totale, soprattutto quando alla richiesta di un pediatra, la risposta è stata quella di una necessaria attesa del proprio turno per una serie di precedenze.

Quando il pianto del bimbo ha preso a diventare continuo, l’uomo si è rifatto avanti per chiedere la visita urgente del medico, e dopo tre tentativi i toni tra l’uomo e il personale medico hanno iniziato ad alzarsi, fino quando l’utente ormai fuori di testa per il forte stress emotivo, ha aggredito l’infermiere.

L’operatore sanitario è rimasto ferito così come la Guardia giurata che è intervenuta per bloccare l’utente, e snche se all’arrivo della Polizia di Stato del Commissariato Lido richiamata dal medico di guardia, l’uomo aveva già ripreso il controllo di sé, soprattutto per l’infermiere la conseguenza è stata quella di diverse contusioni e una prognosi di dieci giorni.

Sul caso di questo padre che ha perso il controllo, i social si stanno dividendo tra messaggi di solidarietà nei confronti dell’utente e del personale aggredito, ma la verità è che entrambi sono protagonisti di questa situazione sanitaria al limite anche in ambito locale, e il gesto dell’uomo pur non giustificato, è stato compreso nella disperazione e l’impotenza di un genitore di fronte ad un figlio così piccolo che sta male.

Mentre questi episodi diventano sempre più frequenti, c’è chi punta il dito sulla carenza di personale nei Pronto soccorso dove si lavora sotto organico perenne e i primi a soffrire la cosa sono i lavoratori del settore: “Lo stesso vale per medici e infermieri del Grassi, un’ospedale dove si possono fare anche 18 ore di attesa – spiega una donna – con dolori sopra il lettino che alla fine mi hanno convinta a firmare per andarmene in un altro ospedale a Roma”.

“Un ospedale solo per un Municipio di centinaia di migliaia di utenti porta a questo – sottolinea un utente – spero da padre di non trovarmi mai nelle stesse condizioni”.

Sull’episodio del Grassi, è intervenuta in queste ore la ULS Unione Lavoratori Sanità: “Medici e infermieri sono stanchi di subire continue aggressioni e minacce durante l’attività prestata in condizioni limite e in una situazione di sofferenza dei Pronto Soccorso dovuta a carenza di posti letto e di personale nella Regione Lazio. La Legge 113/20 ‘Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni’ è del tutto inefficace nel contrastare seriamente questo fenomeno abominevole che si sta diffondendo nella società. Aggredire chi ti può curare non è la soluzione – sottolinea la nota – Viso che la presenza di presidi della Polizia non viene assicurata durante la notte, periodo in cui si verificano spesso eventi del genere, riteniamo indispensabile a questo punto che intervenga duramente il Governo per mettere fine a questa follia che sta portando alla fuga di Infermieri e Medici dai Pronto Soccorso, che non si vedono da tempo tutelati da uno Stato per cui lavorano e per cui cercano, nonostante le evidenti difficoltà, di garantire il diritto alla Salute di tutti” – concludono.

Il caos sul fronte della sicurezza non è l’unico che attende soluzioni e risposte nel X Municipio di Roma, dove la grave carenza allo stato attuale è legata alla mancanza di punti di accoglienza e cure dei pazienti e dove a gennaio di quest’anno la Asl Roma 3 ha peraltro disposto che il Nucleo di Cure Primarie di Casal Bernocchi chiuda (leggi qui).

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