Ostia, tsunami al pronto soccorso: servizio dimezzato e futuro a rischio

Scarseggiano i medici e quelli di ortopedia dimezzano l’orario. Da fine gennaio si rischia la chiusura

avviso ortopedia pronto soccorso grassi

E’ uno tsunami quello che si sta per abbattere sul pronto soccorso dell’ospedale “Grassi”. Da lunedì 2 gennaio gli specialisti di ortopedia lavoreranno a mezzo servizio e dalla fine di quel mese l’organico della medicina d’urgenza scenderà sotto la soglia minima utile per garantire l’assistenza.

Scarseggiano i medici e quelli di ortopedia dimezzano l’orario. Da fine gennaio si rischia la chiusura

Sono fonti sindacali a rivelarlo. Da lunedì 2 gennaio la carenza di specialisti di Ortopedia costringerà questi a dedicarsi all’attività ambulatoriale durante la mattinata. Perciò dalle 8,00 alle 14,00, dal lunedì al venerdì, al Pronto soccorso di Ostia i medici restanti potranno occuparsi solo della traumatologia più grave, da codice rosso o giallo. Ciò significa che in caso di frattura a un dito o a un piede sarà consigliabile farsi accompagnare al Sant’Eugenio dell’Eur oppure al CTO della Garbatella. Men che meno nell’orario antimeridiano sarà possibile ottenere le certificazioni di infortunio Inps e Inail necessarie per giustificare traumi tali da motivare le assenze dal lavoro.

Il rischio lo avevamo annunciato già in questo articolo ma, stando alle fonti sindacali, da allora non è successo nulla in termini di assunzioni.

Sta precipitando anche la situazione relativa all’organico dei medici di medicina d’urgenza che dovrebbero assicurare in toto il servizio del pronto soccorso. Tra dimissioni e trasferimenti la pianta organica negli ultimi giorni ha perso tre medici: uno in chirurgia, un altro ha scelto di diventare medico di famiglia e il terzo si è dimesso.

 

In mancanza di nuove assunzioni, in queste condizioni, evidenziano dal sindacato, in pronto soccorso sarà impossibile organizzare i turni a copertura delle 24 ore. Troppo tempo si è perso per l’organizzazione di concorsi e per lo scorrimento delle graduatorie con medici che hanno rifiutato di impegnarsi in un pronto soccorso di frontiera come quello del “Grassi” (leggi qui), non solo sottodimensionato rispetto al bacino d’utenza ma sovraimpegnato per fronteggiare l’assalto dei romani al mare durante l’estate e nei fine settimana di tutto l’anno.

L’unica soluzione praticabile per tamponare l’emergenza, si suggerisce, è quello di trasferire in comando, quindi d’autorità, medici che prestano servizio in altri pronto soccorso della provincia meno oberati di lavoro. Il punto, però, è che nè la classe politica regionale smobilitata per le imminenti elezioni amministrative nè quella locale, assolutamente ininfluente e inoperosa, sembrano volersi fare carico di una situazione ormai disperata.

E non sappiamo cosa ci attende con la nuova ondata di covid (leggi qui).

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