Sciopero benzinai in autostrada, scatta la corsa al pieno: ecco le date dell’agitazione

L'astensione dalle prestazioni lavorative dei benzinai scatta a brevissimo a livello nazionale. Scopri date, aree coinvolte, orari e motivazioni dello stop alla fornitura di carburante

sciopero benzinai

Problemi in vista per chi deve mettersi in viaggio con il proprio veicolo questa settimana per uno sciopero proclamato dalle organizzazioni di categoria dei gestori degli impianti di rifornimento benzina nelle autostrade d’Italia. Andiamo a vedere nel dettaglio date, orari dell’astensione dal lavoro e perchè è stata proclamata l’agitazione.

L’astensione dalle prestazioni lavorative dei benzinai scatta a brevissimo a livello nazionale. Scopri date, aree coinvolte, orari e motivazioni dello stop alla fornitura di carburante

Nel dettaglio, l’agitazione sarà di 72 ore, promossa dai sindacati che gestiscono le stazioni di servizio nelle autostrade del Belpaese, ovvero Faib, Fegica ed Anisa.

Alla base di tutto c’è la bozza di un decreto interministeriale in aggiunta allo “Stato di grave degrado in cui versano le aree di servizio del  Paese – fanno sapere in una nota congiunta i sindacati coinvolti -, sia per quanto riguarda i prezzi della benzina che per quelli della ristorazione, assolutamente alti e fuori mercato, con standard qualitativi bassi”.

Lo stop alla fornitura di benzina sarà solo in autostrada, a livello nazionale e presumibilmente sarà confermato per 72 ore, ovvero 3 giorni, iniziando dalle 22 di domani, martedì 13 dicembre e terminando sempre alle 22 di venerdì 16.

Tutto questo scadrà proprio nella tarda serata del 16 dicembre, in un altro venerdì nero dove sono annunciati scioperi in altri settori sempre in tutto il territorio nazionale, dei quali vi abbiamo parlato in un altro nostro articolo recente (leggi qui).

Tornando alla contestazione dei benzinai, questa è scaturita a seguito della diffusione della bozza del decreto interministeriale di cui sopra che non soddisfa di certo le associazioni di categoria, che al riguardo dicono: ” Al suo interno non si prevede alcuna razionalizzazione della rete per creare una maggiore efficienza e si ripropone un sistema di imposizione di royalty che genera un vantaggio unilaterale esclusivo della rendita di posizione dei concessionari”.

Lo sbalzo dei prezzi non piace neppure ai benzinai stessi, al contrario di quanto si crede, dato che questo aumento dei costi riduce i clienti ed i guadagni dei fornitori del carburante, ed è fondamentalmente anche per questo che è stato proclamato lo sciopero.

C’è stato l’aumento dell’accise con il taglio dello sconto sull’imposta, passando da 30 centesimi a poco più di 18 e quindi dopo un periodo di costi perlomeno accettabili, si è tornati ad aumenti extralarge del prezzo alla pompa.

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