Strage al condominio: sequestrato il poligono di tiro dov’è stata presa l’arma

Sequestrato il poligono dove il killer avrebbe preso l'arma a noleggio per compiere la mattanza. Le forze dell'ordine sapevano della mancata riconsegna della pistola?

Il poligono di tiro posto sotto sequestro questa domenica dalle forze dell'ordine a Tor di Quinto. Fonte Google Maps

La strage al condominio è, suo malgrado, l’evento più importante occorso in questa domenica di metà dicembre (leggi qui). Adesso gli inquirenti, dopo che i carabinieri sono accorsi sul posto, si interrogano se davvero, come risulterebbe dalle prime indagini, la pistola con cui Claudio Campiti ha compiuto la carneficina durante un’assemblea condominiale, sia effettivamente stata prelevata dal killer al poligono di Tor di Quinto. E soprattutto se davvero non sia stata riconsegnata e come questo sia stato possibile.

Sequestrato il poligono dove il killer avrebbe preso l’arma a noleggio per compiere la mattanza. Le forze dell’ordine sapevano della mancata riconsegna della pistola?

La domanda centrale che molti si stanno ponendo in questi momenti di tragico sgomento è infatti chiara. Le forze dell’ordine sarebbero state allertate del fatto che il triplice omicida non abbia riconsegnato l’arma da fuoco utilizzata per compiere il delitto?

E come è possibile che venga concesso di utilizzare una pistola ad un uomo a cui è stato negato il porto d’armi pochi anni prima?

La spiegazione in questo caso viene data dalle procedure disposte per legge: Claudio Campiti non poteva andare in giro con una propria arma, ma dato che era incensuratoin quanto per le presunte minacce ai consorziati non era stato mai processato – l’uomo originario di Ladispoli aveva avuto la possibilità di iscriversi al poligono e ricevere la pistola.

Lascia di stucco il fatto che un’azione del genere sia avvenuta davvero, ma dovrebbe essere impossibile, almeno sulla carta.

Ci sono infatti rigidi protocolli in tutti i poligoni di questo tipo: le armi possono essere usate solo all’interno del perimetro della struttura e gli utenti sono sottoposti, in teoria, ad una sorvegliaza stretta da parte di personale specializzato.

Proprio al poligono “Umberto Primo”, in viale di Tor di Quinto 63 – Roma nord – nell’omonimo quartiere, l’omicida avrebbe preso e poi trafugato la Glock calibro 45 con cui poi si è presentato nei locali del Bar “Il Posto Giusto” di Fidene, in via Monte Giberto, provocando la mattanza di questa mattina.

Uccisi alcuni membri del Consorzio Valleverde che stavano terminando, questo 11 dicembre, l’ultima riunione per stilare il bilancio consuntivo di fine anno.

Sono state tante, a caldo, le testimonianze di consorziati che definiscono Campiti come una personalità instabile e pericolosa, con tantissimi lati oscuri (leggi qui).

Come detto nei precedenti articoli, il porto d’armi gli era stato negato perché i carabinieri della frazione di Rieti dove viveva erano venuti a conoscenza degli annosi attriti e delle numerose violente liti, con tanto di pioggia di denunce a suo carico fatte da molti consorziati.

Questi ultimi avevano grande paura di lui e lo vedevano come una seria minaccia. Una bomba a orologeria pronta a detonare.

Lui avrebbe dunque aggirato questo divieto andando a prenderla e poi sottrarla furtivamente a Tor di Quinto.

Da una prima ricostruzione investigativa sembra che, presentatosi al Poligono, il 57enne abbia chiesto l’arma a noleggio affermando di doverla utilizzare all’interno della struttura.

Poi però si sarebbe allontanato di nascosto, usando la Glock calibro 45 per uccidere: sotto i suoi colpi hanno perso la vita, raggiunte dai proiettili, Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano, altri 4 i feriti, tra cui il più grave di questi sarebbe una persona di circa 80 anni.

Un altro uomo è stato ricoverato in ospedale perché, nel corso del blitz assassino, si è spaventato a morte ed ha avuto un infarto.

Gianluca Poscente, gestore di diversi condomini ad Ostia, ci ha raccontato di come negli anni sia frequentissimo assistere a durissime liti in tanti stabili della Capitale (leggi qui).

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