Morte di Alberto Bonanni il musicista pestato a Monti, fu omicidio: chiesti altri 14 anni per gli aggressori

Il musicista Alberto Bonanni
Alberto Bonani il musicista originario di Roviano aggredito a Monti

Hanno prima scontato la condanna  definitiva a 9 anni per il tentato omicidio. Ora ne rischiano altri 14 per omicidio volontario. E’ la richiesta presentata oggi dalla procura per i quattro uomini che nel giugno del 2011 a Monti, infastiditi dai rumori della movida, pestarono,  colpendo a caso, il musicista di Roviano Alberto Bonanni colto mentre chiacchierava con gli amici e morto tre anni dopo senza mai uscire dal coma.

Il musicista Alberto Bonanni morì a tre anni dal pestaggio: per gli aggressori la procura chiede la condanna per omicidio

Il pm Silvia Sereni, infatti, dopo la morte del musicista ha riqualificato il fatto contestando l’accusa di omicidio volontario, e oggi nell’ambito di un procedimento col rito abbreviato ha chiesto 14 anni di carcere peri quattro imputati. La sentenza è attesa per il 13 settembre.

Un pestaggio senza motivo

I fatti risalgono alla notte del 26 giugno 2011: Bonanni si trovava nel quartiere Monti con alcuni suoi amici quando venne, all’improvviso insultato e poi aggredito, colpito alla testa con un casco, finendo in coma. Nonostante le cure costanti e gli interventi Alberto Bonanni, il 6 dicembre 2014, era morto in un letto dell’ospedale di Subiaco a causa di un’insufficienza respiratoria.
Dopo alcune settimane il pm quindi ha riaperto un nuovo fascicolo sul caso non contestando l’omicidio.

L’autopsia bloccata

Gli accertamenti – che avrebbero provato il nesso di causalità tra il pestaggio e la morte anche a distanza di tre anni e di un tumore cerebrale scoperto poi – sono stati effettuati, poi, in base alla documentazione sanitaria raccolta. Non era stato possibile infatti, nel marzo del 2015, procedere all’autopsia perché la madre di Alberto Bonanni, sostenuta da tutto il paese, aveva impedito il prelievo della salma. “Mio figlio ha sofferto troppo, non voglio che il suo corpo venga più violato”. Anche i bambini della scuola accompagnati dalle maestre, mamme ed anziani, erano scesi in piazza a protezione della salma presidiando per alcuni giorni il cimitero.

Ora per i quattro imputati, che hanno già scontato le condanne per il tentato omicidio, potrebbero riaprirsi le porte del carcere.

Lo sfogo della madre

Per me è giusto così, è giusti che ci sia una pena anche per l’omicidio, mio figlio è morto. Loro nemmeno immaginano il dolore che proviamo”, ha detto la madre di Alberto commentando la notizia della richiesta di condanna, “Stavamo in paradiso. Eravamo una famiglia felice. Alberto pure era molto felice, aveva un buon lavoro alla Zecca dello Stato e studiava musica”.

“La nostra vita”, aggiunge la signora Bonanni, “è stata distrutta senza motivo, mio figlio non era un drogato, un molestatore, stava per i fatti suoi con gli amici. Io sono sempre dell’idea che era giusto l’ergastolo per chi gli ha tolto la vita. Per fortuna che c’erano le telecamere altrimenti avrei perso un figlio e chi me lo aveva ammazzato non era stato neanche individuato. Io passo le giornate al cimitero, mio figlio in una bara. Il carcere per loro va bene”.

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