Roma, investì e uccise Serena Greco: respinta la pena a 2 anni. “Troppo esigua”

Respinta la pena a due anni per il motociclista che uccise l'ex atleta. Per il gip  "la pena non è congrua"

La pena per aver investito e ucciso una giovane donna, una mamma di due bambini, sul suo scooter, non può essere esigua, sicuramente non può aggirarsi sui due anni di reclusione.

Respinta la pena a due anni per il motociclista che uccise l’ex atleta. Per il gip  “la pena non è congrua”

E’ con questo presupposto che il tribunale di Roma ha respinto la proposta di patteggiamento formulata dai legali di Cristian L., il 32enne accusato di aver ucciso il 23 ottobre di due anni fa Serena Greco, la 38enne, ex atleta e moglie di Alessandro Di Agostino, il maestro della nazionale italiana di scherma.

La pena a due anni di reclusione non è stata ritenuta congrua oggi, lunedì 3 ottobre, dal giudice per l’udienza preliminare chiamato a decidere sul caso.

Nel procedimento oltre al 32enne, che viaggiava a bordo di una moto che ha tranciato in due lo scooter della vittima, è indagato anche un altro uomo, un cittadino ucraino sulla quarantina, Stanislav C., che era alla guida di un’auto coinvolta nell’incidente (ora detenuto per altra causa) e per il quale si procede separatamente.

Mi sembra il minimo“, il commento del vedovo Alessandro D’Agostino, assistito dagli avvocati Alessandro De Federicis e Giancinto Lupia, “Mi aspetto una pena adeguata all’enorme tragedia causata altrimenti facciamo trapelare il messaggio che si può uccidere impunemente“.

I fatti risalgono al pomeriggio del 23 ottobre del 2020, quando Serena Greco stava percorrendo via Nomentana col suo Piaggio Liberty non lontano da casa.

Alle 16,30 una doppia, terrificante coincidenza: l’automobilista ucraino ha impegnato l’incrocio, la donna ha tentato di schivarlo e in quel frangente finisce travolta dal motociclista romano che viaggiava a 90 chilometri orari, in un tratto vietato, e guidando un mezzo per cui non aveva la patente.

La moto sfrecciò col rosso

Secondo la ricostruzione del consulente tecnico nominato dalla Procura il 32enne viaggiava sulla corsia centrale di via Nomentana in direzione di piazza Sempione, vietata alle moto, a una velocità ben superiore ai limiti imposti dal codice della strada nei centri abitati e per di più dopo aver oltrepassato l’incrocio con il semaforo rosso.

Un incidente tragico che si trascina dietro anche con un altro risvolto amaro. L’automobilista (con responsabilità comunque minori rispetto al centauro) scappò via non avendo la copertura assicurativa dell’auto. Venne identificato giorni dopo dagli agenti di Roma Capitale.

Nel frattempo via Nomentana continua a far contare vittime: l’ultima la scorsa settimana,  il 42enne Roberto Sabino Murante (leggi qui). 

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Roma, travolse e uccise Serena Greco: per lui la difesa chiede due anni di pena sospesa