Destituita dalla Polizia l’ex vicequestora No Vax Nunzia Schilirò. Diventata improvvisamente famosa nel settembre 2021 quando da un palco di una manifestazione bollò come illegittimo il green pass, ha ricevuto la lettera di licenziamento un paio di giorni fa.
L’ex vicequestora: “Primo caso di licenziata per aver espresso le mie idee”
A darne notizia, via social, la stessa ex vicequestora per anni in servizio alla Questura di Roma. “Cacciata dalla Polizia per aver difeso la Costituzione e la libertà degli italiani», il titolo del post accompagnato anche da un lungo video lanciato su Youtube.
“Il 28 settembre 2022 è stato decretato che i dirigenti di Polizia sono schiavi del Governo di turno – dice il testo – Dopo un anno di sospensione e di persecuzione con 7 procedimenti disciplinari, sono stata destituita! Licenziata per le mie dichiarazioni sul palco della manifestazione del 25 settembre 2021 e per tutte le successive“.
Nello sfogo l’ormai ex funzionaria di Polizia ha fatto riferimento e paragoni con altre vicende: “I condannati per il G8 di Genova sono in servizio e, in certi casi, addirittura promossi. Io licenziata per aver esercitato il diritto costituzionale previsto dall’articolo 21. Quale libertà di espressione esiste in Italia? Non sono pentita per aver espresso le mie idee”.
“Quale libertà di espressione esiste in Italia? – ha aggiunto – Vediamo quanti avranno il coraggio di dare questa notizia e quanti si ricorderanno di avermi offerto un lavoro e della mia risposta: ‘Fammi questa proposta quando mi avranno licenziato. Per ora, devo combattere”.
L’ex vicequestora ha elencato anche i suoi tanti encomi come quello di aver dato un volto allo stupratore di una giovane a piazzale Clodio, per la violenza sessuale a una tassista, per il sequestro di un bambino.
La sua battaglia No Vax però era sembrata da subito fuori dalle righe, incompatibile col ruolo. Per il suo futuro l’ex vicequestora non esclude un impegno in politica.
Nelle ultime elezioni politiche Schilirò si è candidata al Senato con Italexit, in un collegio uninominale in Sicilia, ottenendo l’1,6% dei voti, troppo pochi per ambire a un seggio.
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