Uno straordinario ritrovamento è stato effettuato nelle ultime ore dai sommozzatori delle Fiamme Gialle GdF Roan di Civitavecchia, a largo di Ponza. Nelle acque dell’Isola, e in particolare nel tratto antistante alle monumentali peschiere romane, denominate “Grotte di Pilato”, sono state rinvenute delle lastre di terracotta di epoca romana con raffinate decorazioni. I dettagli.
Ponza, i sommozzatori della Fiamme Gialle, riportano alla luce preziose lastre decorative di un imponente complesso architettonico romano costruito tra II e I secolo a.C.
La storia dell’insediamento romano di Punta della Madonna continua e si arricchisce di dettagli e reperti grazie all’ultimo ritrovamento effettuato proprio nelle ultime ore dai sommozzatori delle Fiamme Gialle di Civitavecchia.
La componente subacquea di questa Stazione Navale in collaborazione con il Funzionario
Responsabile del Servizio di Tutela Subacquea della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina, hanno rinvenuto nelle acque dell’Isola di Ponza delle lastre di terracotta di epoca romana, parte di un rivestimento architettonico ornamentale.
I reperti mostrano a rilievo una decorazione raffigurante la cosiddetta “donna fiore”, un motivo decorativo floreale, che è stato genericamente datato tra il II e la fine del I
secolo a.C. e che come sottolinea la nota: “Confrontabile peraltro con altre decorazioni simili nel Lazio, in Campania e in Etruria meridionale, ma anche in Abruzzo e nelle Marche. I reperti – proseguono -, che provengono probabilmente dall’imponente complesso architettonico che in epoca romana occupava in una splendida posizione il lungo e stretto promontorio meridionale dell’isola e denominato “punta della Madonna”.
Un’ipotesi assolutamente verosimile, nonostante le lastre siano state rinvenute in “giacitura secondaria”, una terminologia utilizzata nel caso in cui il contesto di ritrovamento di un reperto, o di più reperti, non corrisponda al contesto originario, per le cause più svariate, che possono essere azioni di disturbo come ad esempio scavi, manomissioni o spostamenti.
Di quella grande struttura, che dal mare arrivava fino al ciglio dell’altura, nell’area dove oggi sorge il moderno cimitero dell’isola, si hanno poche notizie storiche e viene generalmente attribuito ad una fase costruttiva unitaria risalente all’età Augustea.
“Le splendide terrecotte decorate rinvenute in mare – proseguono –, e le cui fattezze consentono di attribuire la loro produzione alla seconda metà del I secolo a.C., fanno emergere un dettaglio temporale utile ad arricchire la storia romana dell’isola, fornendo un dato di assoluto rilievo storico scientifico”.
La “caccia ai tesori” appartiene ad una delle attività che costantemente vengono effettuate dai sommozzatori dalla Guardia di Finanza che stavolta ha visto all’azione i sommozzatori della Stazione Navale di Civitavecchia, in collaborazione con gli archeologi.
Questo non consente solo di aggiungere informazioni e bellezze all’immenso patrimonio storico e archeologico mondiale, ma soprattutto evita che questi reperti preziosi vengano sottratti e depredati da soggetti non autorizzati, che ricavano ingenti profitti dalla vendita illegale a collezionisti senza scrupoli.
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