Anzio, omicidio Leonardo Muratovic: c’è un altro arresto

Un altro arresto per l'omicidio di Leonardo Muratovic: si tratta di un 27enne tunisino

leonardo muratovic
Nella foto la vittima, Leonardo Muratovic

C’è un altro arresto per l’accoltellamento che ha causato la morte di Leonardo Muratovic, avvenuto ad Anzio il 17 luglio 2022 (leggi qui). La Squadra Mobile di Roma ed il Commissariato di Anzio-Nettuno hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere emesso dal GIP del Tribunale di Velletri su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di H.A.O, 27enne di origine tunisina, ma nato e cresciuto ad Aprilia, luogo in cui risiede, gravato da precedenti di polizia per lesioni personali e violazione della legge sugli stupefacenti.

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Il giovane è accusato di aver preso parte all’accoltellamento di Leonardo Muratovic, accaduto sul lungomare di Anzio davanti al locale “La Bodeguita”, insieme ai fratelli Adam (classe 2001, pregiudicato per tentato omicidio, ricettazione e detenzione illegale di armi da fuoco) e Ahmed (classe 1996, pregiudicato per porto di oggetti atti ad offendere).

I tre soggetti di origini maghrebine ma di nascita italiana, sono gravemente indiziati di aver aggredito Leonardo Muratovic con pugni e schiaffi, per poi colpirlo con armi da taglio al petto ed al fianco, provocandone la morte.

Alcune testimonianze hanno indicato la partecipazione dei tre alle fasi antecedenti, concomitanti e soprattutto successive all’aggressione: nessuno ha però indicato o visto l’autore o gli autori delle due coltellate, presumibilmente, anche secondo i riscontri autoptici, inferte da due coltelli diversi e di conseguenza da due persone differenti.

La stessa ordinanza è stata notificata in carcere ai due fratelli, destinatari, quindi, di un secondo provvedimento rafforzato dall’aggravante dei motivi abbietti e futili, ovvero l’essersi la vittima presentato presso il principale locale frequentato dal gruppo dei due fratelli dal quale gli è stato intimato di allontanarsi, motivo che ha scatenato la lite all’esterno.

Attraverso lo sviluppo del quadro investigativo, sono venuti alla luce alcuni aspetti chiarificatori delle motivazioni che ne erano alla base e della dinamica dei fatti, quest’ultima ancora suscettibile di approfondimenti, investigati in un clima di manifesta reticenza e omertà di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti o testimoni dell’evento.

Le risultanze investigative finora acquisite hanno restituito un impianto accusatorio che vede diversi soggetti presenti al momento dell’aggressione del gruppo, composto sicuramente da ulteriori persone, non nei confronti di una opposta fazione ma verso un unico individuo, disarmato e non legato ad ambienti criminali, al contrario degli oppositori rivelatisi un pericoloso sodalizio presente sul territorio di Anzio.

In particolare è stato lo stesso E.D. Ahmed a confessare di aver sferrato la coltellata al petto che ha provocato il decesso della vittima, mentre il fratello Adam e l’amico detto “Suzu” sono stati sempre presenti e partecipi sin dall’inizio delle prime minacce proferite alla vittima (evidentemente figlie di pregressi attriti), tanto che il trio viene ripreso pure successivamente da una telecamera del Comune di Anzio presente in zona, mentre fuggono insieme.

 

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