Nettuno, cercò di uccidere padre e figlio: arrestato

Per gli inquirenti è stato un imprenditore foggiano a tentare di uccidere le due vittime

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Più colpi di pisola esplosi per uccidere. Ha un volto ora il mancato il killer che il 2 marzo  cercò di assassinare a Nettuno il pregiudicato Antonello Francavilla, 44 anni, e il figlio, di 16, dopo aver bussato alla porta spacciandosi per un agente in borghese assieme a un complice. E’ stato fermato dalla Mobile, si tratta di un imprenditore foggiano.

Per gli inquirenti è stato un imprenditore foggiano a tentare di uccidere le due vittime

La Squadra Mobile di Roma, supportata da colleghi di Foggia e  Trieste, ha dato esecuzione al provvedimento di fermo del pm emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti dell’imprenditore, foggiano come la vittima, con l’accusa di tentato duplice omicidio. Per gli inquirenti sarebbe l’esecutore materiale dell’agguato.

Quel giorno Antonello Francavilla e il figlio erano stati colpiti da numerosi colpi di arma da fuoco all’interno della loro abitazione in via Greccio, a Nettuno, dove il capofamiglia stava scontando gli arresti domiciliari (leggi qui).

Una mancata esecuzione subito ricondotta ad ambienti criminali foggiani. L’obiettivo dei killer infatti sarebbe stato  Antonello Francavilla, un passato turbolento e un padre a sua volta ucciso nel 1993 in un attentato mentre rientrava a casa in auto. Il figlio, sedicenne, invece, che poi ha riportato ferite più gravi, sarebbe stato colpito solo perché presente in casa.

Il nome dell’attuale fermato è emerso per la prima volta nelle fasi di un’altra attività d’indagine della Procura di Bari e in particolare in relazione alla ricostruzione dei suoi spostamenti il 2 marzo che avrebbero evidenziato una connessione con il duplice tentato omicidio di Nettuno.

Ulteriori indizi probatori sono emersi dagli sviluppi investigativi di un successivo procedimento instaurato presso la D.D.A. del capoluogo pugliese, relativo alla pianificazione dell’omicidio dell’imprenditore ad opera di sette soggetti – tra i quali un esponente di primissimo piano della consorteria mafiosa “Sinesi – Francavilla”- componenti un commando determinato ad uccidere la vittima designata.

Nei loro confronti lo scorso 21 luglio, la Squadra Mobile di Foggia ha eseguito un provvedimento di fermo disposto dalla D.D.A. di Bari – poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, competente per la procedura di convalida, che ha altresì emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i delitti di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.

Il movente una somma non restituita alla vittima

A rafforzare la gravità del quadro indiziario anche alcune dichiarazioni che hanno consentito di risalire al movente del delitto, scaturito dalla mancata restituzione di un’elevata somma di danaro al Francavilla, dallo stesso prestata all’odierno indagato.

L’indagato, irreperibile sul territorio italiano all’atto di emissione del provvedimento di fermo, lo scorso 2 agosto, subito dopo aver varcato il confine italiano, è stato rintracciato a bordo di un veicolo mentre transitava sull’autostrada A4 Torino-Trieste e fermato all’altezza dello svincolo di Duino (TS).

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