Cinque anni di sevizie alla figlia della compagna, patrigno pedofilo finisce in manette. Al momento dei primi approcci, la piccola aveva otto anni e giocava con le bambole. Per costringerla a subire gli abusi e a restare zitta bastava poco, era sufficiente limitarsi a minacce orribili, a ventilare ritorsioni sulla mamma e sul fratellino. Un silenzio rubato col ricatto.
Abusa per cinque anni della figlioletta della compagna, sudamericano pedofilo finisce in carcere
“Non devi dire nulla, altrimenti potrei far male a tua madre. Mi basta poco anche per far del male anche ai nonni, lo sai che sono anziani“. Oppure: “Potrei portarti via il tuo fratellino. Vuoi che succeda?“. Le ritorsioni ventilate erano sempre le stesse.
Dopo cinque anni di silenzio ed orrore per un 35enne sudamericano trapiantato a Roma, però, sono scattate le manette. A notificargli la misura cautelare che lo ha portato direttamente in carcere i carabinieri della stazione di Porta Portese.
La vittima a 13 anni ha avuto il coraggio di chiedere aiuto. E’ successo qualche settimana fa. Si è prima confidata con una parente e poi con il papà naturale che si è subito rivolto ai carabinieri denunciando tutto.
Da qui le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, avvalorate da visite mediche, audizioni protette che hanno consentito di raccogliere un quadro indiziario tale da far decidere al Gip del Tribunale di Roma, l’emissione della misura cautelare nei confronti del patrigno.
L’adolescente è stata ascoltata dai magistrati in presenza di psicoterapeuti dell’infanzia. Un racconto straziante, spesso interrotto dal pianto. Dopo cinque anni la liberazione.
La madre non si era mai accorta di nulla. Il patrigno pedofilo approfittava della bambina soprattutto quando la convivente si assentava per andare al lavoro.
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