Ostia: la disabilità intellettiva e i progetti per l’inclusione della Fondazione Roma Litorale grazie a Valerio, splendido e sorridente ragazzo di 13 anni, tornano a essere materie di studio ed entrano a pieno diritto nel suo esame di terza media.
Le tematiche dell’inclusione e di come affrontare la disabilità intellettiva sono state portate all’esame di terza media da uno studente
“Un motivo di orgoglio per la Fondazione Roma Litorale – sottolinea il direttore generale Stefano Galloni -, ma soprattutto qualcosa che ci dà grande speranza per il presente e per il futuro. Il fatto che Valerio abbia deciso di parlare del nostro operato premia una importante presenza nel tessuto cittadino e in questo caso nelle scuole con le quali da ormai 15 anni portiamo avanti importanti progetti di orientamento. A nome della Fondazione voglio ringraziarlo: non è mai scontato che un ragazzo così giovane decida di trattare un argomento tanto delicato e spesso poco ‘pubblicizzato’. E complimentarmi con la sua famiglia per i valori che gli hanno trasmesso”.
Protagonista di questo percorso è Valerio, III E dell’Istituto Comprensivo ‘Viale Vega’ di Ostia. “Volevo provare ad andare un po’ fuori gli schemi – dice -, toccare con mano ciò che sarei andato a esporre ai professori. Quando ho cercato un nesso per educazione civica ho pensato immediatamente alla disabilità intellettiva e in che modo il territorio in cui vivo lavorasse per favorire l’inclusione sociale”.
“Avevo sentito parlare – aggiunge – della Fondazione Roma Litorale così ho chiesto la possibilità di approfondire il loro operato e i loro progetti in tal senso. È stata una splendida esperienza. Stare con i ragazzi, parlarci. Vedere cosa fanno nella quotidianità. La disabilità soprattutto quella intellettiva è ancora un mondo chiuso. Io volevo aprire quella porta, varcarla. Questa opportunità mi ha cambiato e ha cambiato la mia prospettiva, mi ha aperto gli occhi. I professori? Sono rimasti molto colpiti, fa piacere”.
“Quando ha condiviso con noi il tema che avrebbe voluto sviluppare eravamo dubbiosi, non era facile – ammettono mamma Paola e papà Maurizio –. Siamo orgogliosi di lui. Quando sei genitore cerchi di trasmettere a tuo figlio ciò che è stato positivo per la tua vita e credi possa esserlo anche per lui. Per noi il sociale è stato determinante da tutti i punti di vista”.
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