Roma, la morte di Cranio Randagio resta un giallo: assolto il presunto pusher

Per la morte del rapper non è stato individuato il pusher, assolto quello sospettato. La madre: "Troppa omertà su mio figlio"

Rischia di restare un giallo la morte di Vittorio Bos Andrei in arte Cranio Randagio, il rapper romano morto a 21 anni per un mix di droghe nel corso di una festa di compleanno alla Balduina nella notte tra l’11 e il 12 novembre 2016.  Il giovane sospettato di aver rifornito parte della droga e finito a processo per il reato di detenzione di droga e morte come conseguenza di un altro delitto, oggi, è stato assolto.

Per la morte del rapper non è stato individuato il pusher, assolto quello sospettato. La madre: “Troppa omertà su mio figlio”

Condannati a due anni e mezzo invece altri due partecipanti alla festa, finiti sotto accusa per favoreggiamento: con le loro bugie – secondo l’accusa – avrebbero distorto le indagini e cercato di coprire chi ha portato droghe nell’abitazione.

Subito dopo la lettura della sentenza lo sfogo della madre del rapper: “Molti sono colpevoli della morte di mio figlio, compreso lo stesso Vittorio. Ma che vergogna per quegli amici che hanno fatto finta di niente fino all’ultimo giorno e non si sono mai presi nessuna responsabilità“.

La ricostruzione del pm Maria Rosaria Guglielmi, titolare dell’inchiesta, era partita dall’autopsia che ha accertato la morte per ”intossicazione acuta letale di ossicodone, ecstasy, ketamina, codeina e morfina” e dall’analisi del traffico degli smartphone e proprio di alcuni filmati girati durante e dopo la festa.

A coinvolgere nell’inchiesta il presunto pusher oggi assolto un messaggio su Facebook: ”Io porto il crack” indirizzato alla comitiva della festa.

Una successiva perizia tossicologica, chiesta dal gip, però, aveva invece portato a escludere che fosse stato il crack o la cocaina la droga scatenante dell’overdose perché assunta la sera prima della festa.

Di certo il mutismo collettivo andato avanti per anni durante le indagini e in buona parte del processo aveva fatto presupporre a lungo dettagli da nascondere.

Abbiamo fumato solo qualche sigaretta di marijuana e qualche birra”, il massimo delle ammissioni (leggi qui).

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.