C’è tutta la bellezza di Ostia d’inverno nel film “Il paradiso del pavone” (VIDEO)

E' in sala “Il paradiso del pavone” di Laura Bispuri su una famiglia riunita in una casa di Ostia sul mare. Nelle inquadrature la palazzina di Libera, il lungomare, la spiaggia

E’ un inno alla bellezza del mare d’inverno di Ostia il nuovo film della regista Laura Bispuri dal titolo “Il paradiso del pavone”. Ne parlammo già durante la sua lavorazione (leggi qui) e ora che è in proiezione merita un approfondimento per la malinconia struggente che suscita la visione di una cittadina balneare alle prese con la bassa stagione.

E’ in sala “Il paradiso del pavone” di Laura Bispuri su una famiglia riunita in una casa di Ostia sul mare. Nelle inquadrature la palazzina di Libera, il lungomare, la spiaggia

La trama del film ruota intorno alla resa dei conti in una famiglia allargata riunita per festeggiare il compleanno di mamma Nena (Dominique Sanda). Ci sono il marito Umberto (Carlo Cerciello) con il quale è sposata da cinquant’anni, i figli Vito (Leonardo Lidi) e Caterina (Maya Sansa), la nuora Adelina (Alba Rohrwacher) con la piccola Alma (Carolina Michelangeli), Manfredi (Fabrizio Ferracane) l’ex compagno di Caterina con la sua nuova fidanzata Joana (Tihana Lazović), la domestica Lucia (Maddalena Crippa) con sua figlia Grazia (Ludovica Alvazzi Del Frate) che da anni ha smesso di parlare. E poi c’è Paco, il pavone di Alma, una presenza ingombrante e surreale, che accompagnerà la lunga attesa di un pranzo che alla fine non arriverà mai. Un film che vuole essere un viaggio nell’intimità di ogni singolo componente della famiglia ma che non riesce a trasportare in questo percorso profondo chi osserva.

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Il paradiso del pavone: in primo piano, da sinistra, Maya Sansa e Fabrizio Ferracane. Dietro Tihana Lazović

Girato a marzo, proiettato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti, è in sala dal 16 giugno. Diciamo subito che la critica è stata impietosa. Il film è lento, i personaggi non sono slegati e non suscitano empatia nello spettatore, la narrazione è infarcita di simbolismi di difficile traduzione. I punti forti sono la elegante grammatica cinematografica usata dalla regista nelle sequenze e il clima di vite sospese che ne deriva.

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Il paradiso del pavone: da sinistra Dominique Sanda e Maya Sansa

Verosimilmente a incuriosire e affascinare sono le location. Gli interni, per esempio, sono stati girati nella palazzina progettata dal grande architetto Adalberto Libera (villino tipo A leggi qui) che si trova in piazzale Magellano (ingresso in via San Fiorenzo): un capolavoro di stile e sobrietà costruttiva. Ci sono lunghe sequenze di camera-car sul lungomare, le soste in auto con inquadrature sugli ingressi degli stabilimenti, gli scorci della spiaggia libera di Castelporziano, estenuanti viaggi lungo la via Cristoforo Colombo. Ma, soprattutto, ci sono le panoramiche riprese sull’arenile girate dall’attico del villino Libera.

Per chi vive o frequenta Ostia sarà piacevole vedere il film anche per riscoprire i luoghi della quotidianità interpretati dall’occhio della regista e rappresentati sotto la luce malinconica dell’inverno, lontano dalla folla caotica dei giorni di stagione piena.

Per il cast del film, Ostia è “Il paradiso del pavone”