Colosseo, venditori propongono biglietto d’ingresso a 40 euro per saltare la fila

Un colossale giro d'affari dai contorni poco limpidi prolifera ogni giorno a ridosso delle entrate del monumento simbolo di Roma per ottenere il biglietto di ingresso

Turismo

Roma: venditori con tanto di pettorina e gruppi whatsapp dedicati ai turisti propongono un biglietto d’ingresso del costo di 40 euro a persona, più del doppio rispetto ai 18 euro indicati dal sito di Coopculture, per visitare il celebre anfiteatro Flavio.

Un colossale giro d’affari dai contorni poco limpidi prolifera ogni giorno a ridosso delle entrate del monumento simbolo di Roma per ottenere il biglietto di ingresso

I visitatori che non siano già in possesso di un regolare biglietto sono moltissimi, la maggior parte stranieri, e si mischiano ogni giorno all’entrata per cercare di visitare il monumento simbolo di Roma, assieme a perfetti sconosciuti.

Qui, alla ricerca della biglietteria, si può trovare un cartello con tanto di prezzi, ma ci sono anche uomini provvisti del cartellino “tourist information” che spesso avvisano la clientela che non ci sono più biglietti disponibili.

A meno che, come spiegano, non si vada in un punto di ritrovo dove si radunano i gruppi con guida in lingua inglese. Peccato che, come ultima spiaggia, propongano proprio i costosissimi biglietti, altrimenti non è possibile entrare.

Di “promozioni” come queste ne sono pieni i due ingressi adiacenti al Colosseo. Poi i turisti vengono portati vicino alla fermata della metro B e gli viene spiegata per filo e per segno la situazione ed il costo maggiorato per l’entrata. Questa modalità di ingresso assomiglia molto al bagarinaggio, ma molte persone, pur di impreziosire la propria visita nella città Eterna, accettano, loro malgrado.

Il tutto in uno scenario che di pittoresco ha ben poco, con cestini pieni di rifiuti ed un brulicare di nominativi e fogli che mulinano a ogni ora, ed i promoter assicurano che sia tutto legale, al contrario le forze dell’ordine, già a conoscenza di questo sistema, asseriscono ovviamente che non si possa fare.

Ma il commercio di biglietti maggiorati per vedere il Colosseo intanto prolifera a pieno regime. Come è possibile? Presto spiegato: questi uomini con la pettorina acquistano regolarmente sul sito di Coopculture i preziosi tagliandi, ovviamente senza obbligo di mettere preventivamente nome e cognome (cosa che impedirebbe il tutto fin dall’inizio).

Ed ecco che quindi, non si sa se e da chi autorizzati, i procacciatori di turisti fanno pagare caro i loro servigi ed i ticket d’ingresso, rendendo la zona antistante al Colosseo molto più simile ad un Suk dove trovare l’occasione della vita, non certo a buon mercato, verrebbe da dire.

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