Sabaudia: turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni, arrestato Salvatore Di Maio

Sequestrati sette immobili

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Turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni a Sabaudia. Questa mattina, giovedì 5 maggio, la Squadra Mobile di Latina, ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal GIP di Latina, nei confronti di Salvatore Di Maio classe ’47.

Ritenuto responsabile del reato di turbata libertà degli incanti ed intestazione fittizia di beni

In tale contesto, si è proceduto all’esecuzione del sequestro preventivo nei confronti del 75enne e della moglie, anche lei indagata, di sette beni immobili e di una società immobiliare tutti a Sabaudia.

Le indagini nascono dalla denuncia presentata da una donna alla Questura di Latina, nel mese di Luglio 2020

La donna racconta un episodio di turbativa d’asta relativa ad un immobile sito a Sabaudia oggetto di aggiudicazione provvisoria in favore della donna da parte della società Invimit, incaricata della dismissione del patrimonio immobiliare di enti pubblici, fra cui quello della Regione Lazio.

Le indagini, realizzate dalla Squadra Mobile di Latina, sotto la direzione ed il coordinamento di questa Procura, mediante l’assunzione di sommarie informazioni ed attività di intercettazione, consentivano di accertare come in effetti Di Maio avesse occupato abusivamente un immobile, nonostante il rilascio immediato ordinato con una sentenza del Tribunale di Latina nel 2014.

In seguito è emerso che il 75enne aveva intenzione di lucrare dalla società e dalla aggiudicataria provvisoria una “somma” per liberare l’immobile, in realtà non più in suo possesso.

Questo anche attraverso un atteggiamento “delinquenziale” mostrato dall’uomo, come emerge dalla misura di prevenzione personale e patrimoniale, in precedenza disposta dal Tribunale di Latina, da cui si evince che lo stesso è stato condannato in primo grado per il reato di estorsione nell’ambito di un procedimento di criminalità organizzata.

Le intercettazioni autorizzate hanno dato ampio riscontro alla denuncia della vittima e consentito di accertare come l’uomo, alla luce delle condizioni di pericolosità rivestite e della pregressa misura di prevenzione subita, avesse attribuito fittiziamente in capo ad un prestanome, ora indagato, e successivamente alla moglie, la titolarità della partecipazione in una società immobiliare,  proprietaria di beni immobili e terreni gestiti dall’uomo ed allo stesso riconducibili tramite tale schermo.

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza.

 

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