Primo sì della Regione Lazio per i cimiteri degli animali

La bozza di legge sui cimiteri per gli animali ora dovrà passare al vaglio delle commissioni bilancio e sanità: bocciata l'inumazione mista animali-padroni

Primo passo della Regione Lazio ai cimiteri per gli animali. La Commissione sanità del Lazio, ieri, 26 aprile, ha approvato il testo per regolamentare la possibilità di istituire cimiteri per gli animali d’affezione, oggetto di due proposte di legge, poi unificate, presentate da M5S e FdI.

La bozza di legge sui cimiteri per gli animali ora dovrà passare al vaglio delle commissioni bilancio e sanità: bocciata l’inumazione mista animali-padroni

Ora manca il parere della Commissione bilancio e di quelle della Sanità poi si potrà procedere con l’approvazione definitiva. Una legge per “garantire la continuità del rapporto affettivo tra il proprietario e il proprio animale da compagnia anche dopo la morte di quest’ultimo”. Come chiesto da tempo dalle associazioni animaliste ma anche a gran voca da tanti privati.

Sulla base di questa proposta di legge“, sostiene il consigliere regionale Fabrizio Ghera, di Fratelli d’Italia, primo firmatario, “i Comuni potranno istituire in apposite aree dei cimiteri per gli animali di affezione”.
La Commissione però ha bocciato la proposta dell’inumazione congiunta, ossia padroni insieme agli animali. “In Lombardia e in Liguria è già stata vara la legge al riguardo, quindi la riproporremo”, aggiunge Ghera.

La gallina di Mussolini

L’unico cimitero per animali autorizzato a Roma, infatti, sta al Portuense ed è privato: si chiama Casa Rosa e custodisce le spoglie di un migliaio di animali, per lo più cani e gatti, ma anche criceti, pappagalli e un leone. Si può fare un contratto per cinque anni, rinnovabili per dare una tomba al proprio animaletto.

Casa Rosa è un cimitero interamente dedicato agli animali, con un migliaio di tombe di cani e gatti,  ma anche di pappagalli, una scimmia, un leone e criceti. Si trova in via dell’Imbrecciato.  La prima sepoltura è datata 1923.

Il veterinario Antonio Molon, proprietario della pensione per cani di via dell’Imbrecciato, aveva ricevuto da Mussolini la richiesta di seppellire una gallina, compagna di giochi dei suoi tre figli. Si aggiunsero poco dopo i cani di Casa Savoia. Negli anni successivi lgli eredi Molon hanno accolto via via i cani di Sandro Pertini, Aldo Fabrizi, Federico Fellini e un adorato gatto di Anna Magnani.

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