Termovalorizzatore dei rifiuti di Roma: allarme anche a Ponte Galeria

Comitati in protesta ieri all'Assemblea capitolina per l'annuncio di nuovi impianti di smaltimento rifiuti. Preoccupazione dei comitati a Ponte Galeria

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Comitati in protesta ieri all’Assemblea capitolina per l’annuncio di nuovi impianti di smaltimento rifiuti (leggi qui).

Ieri si è subito levato il grido di protesta del sindaco di Pomezia (leggi qui), ma ad essere infuriati sono anche i cittadini di Ponte Galeria. Ecco perché.

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in Assemblea capitolina ha annunciato nella giornata di ieri la realizzazione di nuovi impianti finalizzati alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti. Tra questi un termovalorizzatore e l’ipotesi di un terzo biodigestore, che si aggiunge ai due già in programma.

Termovalorizzatore dei rifiuti a Roma: l’allarme dei comitati di Ponte Galeria

“I biodigestori vengono fatti perché sono sovvenzionati dallo Stato e perché la gente non conosce le implicazioni che hanno sui territori e su chi ci abita vicino”, ha raccontato Augusto Panetta di “No gas Fiumicino”. 

“Devono venire a vedere cosa c’è a Ponte Malnome”, ha spiegato Maria Teresa Cipollone, esponente del comitato Valle Galeria Libera. “Pensavamo di non sentir più parlare del termovalorizzatore, visto che non è previsto neanche dalla Comunità europea e invece oggi Gualtieri ce li mette appena al confine a Casal Selce e a Fiumicino”, ha proseguito.

Avevamo già avuto un confronto con Gualtieri e con l’assessora Alfonsi, che in campagna elettorale dissero ‘mai più impianti nella Valle Galeria. Dovremmo trattare la Città metropolitana di Roma come un insieme di Comuni – ha concluso – ogni Municipio dovrebbe gestire i propri rifiuti in maniera da diversificare gli impianti e renderli meno impattanti”.

Infine, la voce di Celestino Leonetti, membro del comitato Casal Selce e abitante di Massimina, frazione di Valle Galeria, ha interrotto la seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina sulla gestione del ciclo dei rifiuti e del piano industriale di Ama. “Ho centinaia di nomi di gente morta da fare, li conoscevo tutti a uno a uno. Morti perché l’avvocato Cerroni ricopriva la terra con enormi quantità di rifiuti”, ha detto Leonetti.

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