Vinitaly, Lazio da record: speranze dalle cantine del litorale

Il Lazio è presente a Verona cone le sue maggiori eccellenze del settore vitivinicolo

Grande impatto delle cantine del Lazio al Vinitaly di Verona in corso fino al 13 aprile nella cittadina scaligera.

Il Lazio è presente a Verona cone le sue maggiori eccellenze del settore vitivinicolo

Le cantine del Lazio mostrano un trend in grande ripresa, dopo due anni durissimi per tutto il settore vitivinicolo a causa della pandemia.

Nel dettaglio, sono infatti Lazio e Puglia (tra le regioni con almeno 50 milioni di valore all’export) a registrare l’incremento più significativo nel corso degli ultimi cinque anni (rispettivamente +53% e +46%).

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Tutte le foto ad eccezione di quella di copertina sono tratte dalla pagina ufficiale Vinitaly di Facebook

Da segnalare la presenza, tra le altre di “Cantina Cerveteri”, “Tre Cancelli”, “Valle del Canneto”, le “Cantine Silvestri” di Lanuvio, e la “Casale del Giglio”, altra casa molto nota proveniente dall’Hinterland tra Lanuvio e Nettuno.

Rappresentata al meglio dunque l’”elite del vino” della Regione Lazio.

La cantina “Valle del Canneto” di Borgo San Martino è presente al Vinitaly nello stand della Confederazione Italiana agricoltori, ed ha ricevuto proprio la graditissima visita del ministro all’agricoltura Stefano Patuanelli.

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I rappresentanti dell’azienda di Cerveteri hanno omaggiato il ministro di una bottiglia di vino bianco Vermentino – come potete notare nella foto -.

Ci ha fatto molto piacere che il ministro sia venuta a salutarci – ha detto Cristiano Orchi-  si è reso disponibile e lo ringraziamo per essersi intrattenuto con noi. La nostra presenza al Vinitaly dopo due anni di assenza a causa del Covid segna la ripartenza di un settore che e stato investito da una crisi senza precedenti. Ci metteremo il massimo con il nostro lavoro e la qualità dei nostri vini a riprenderci quanto perduto in questi due anni”.

La grande fiera nazionale del vino italiano, con le più grandi eccellenze tutte presenti, in una rassegna mai così nutrita da anni (leggi qui) rappresenta al suo interno un inestimabile patrimonio di valori socio-economici in grado di generare benessere per le comunità locali e e fattori di competitività e distintività nel mercato globale.

Tutto questo emerge dall‘indagine Unicredit-Nomisma presentata oggi a Verona in occasione del Vinitaly.

Rispetto ad uno scoring di competitività della filiera vitivinicola italiana, pari a 68, sono sei le regioni che si posizionano sopra a questa media: Veneto (89), Toscana e Trentino Alto Adige (77), Piemonte (72), Sicilia (69) ed Emilia Romagna (68, valore analogo alla media nazionale).

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Il Veneto primeggia nelle dimensioni strutturali e produttive (prima regione per estensione del vigneto, produzione di vino, numero di viticoltori) oltre che nel contributo al fatturato complessivo del settore (36%), la Toscana presenta la percentuale di valore aggiunto su fatturato più alta (31%) tra le regioni, indicatore che esprime una maggior integrazione verticale delle imprese vinicole (produzione sia di uva che di vino).

Rispetto ai modelli imprenditoriali ed organizzativi, l’Emilia Romagna esprime il fatturato medio per cooperativa vinicola più elevato (circa 37 milioni di euro per cooperativa) mentre va alle Marche il primato per le aziende viticole specializzate con l’estensione media più rilevante (17 ettari di vigneto).

Restando in ambito agricolo, Veneto e Liguria rappresentano invece le regioni con l’incidenza più alta di aziende viticole condotte da giovani (rispettivamente 17% e 13% del totale).

Le regioni dell’arco alpino (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Piemonte) sono quelle con la percentuale più alta di produzione di vini Dop sul totale regionale (oltre l’80%), mentre spetta a Calabria e Marche l’incidenza più elevata del vigneto bio su quello regionale (39% e 36%).

Sul fronte delle performance di mercato, il Veneto si conferma prima regione esportatrice con 2,5 miliardi di euro di vino venduto all’estero (il 35% del totale Italia).

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Nel mercato nazionale, invece, la Toscana è al primo posto per incidenza nelle vendite di vini fermi Dop in Gdo (16% del valore totale) anche se è la Valle d’Aosta ad evidenziare il prezzo medio più elevato a scaffale (12,3 euro/litro contro una media nazionale di 5,65.

Il settore vitivinicolo italiano si trova affronta al giorno d’oggi nuove ed importantissime sfide – ha detto Niccolò Ubertalli, responsabile UniCredit Italia – come testimoniato dagli imprenditori con cui ci siamo confrontati in 8 tavoli regionali in un percorso di avvicinamento al Vinitaly.

“Penso – spiega – al contesto geopolitico, che ha prodotto un impatto per l’export di vino di oltre 400 milioni di euro per le imprese del nostro Paese, o all’impennata dei prezzi delle commodity”

Mercoledì prossimo, 13 aprile, andrà inoltre in onda nel Tg di Canale 10 un servizio dedicato al Vinitaly, curato da Fabio Nori, che ha intervistato per noi proprio il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli.

Servizio video di Fabio Nori.

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Riparte Vinitaly: le cantine del Lazio sono pronte a competere