Lo stato di abbandono e devastazione di tre stabilimenti balneari di Ostia: è questa la fotografia dell’incapacità di amministrare un bene pubblico come il mare e di ricavarne risorse economiche per la collettività.
Il Municipio perde 45mila euro l’anno di concessioni per la mancata assegnazione di stabilimenti balneari distrutti dai vandali e occupati da sbandati. Un disservizio anche per i bagnanti
La stagione balneare, anche se il meteo non sembra ancora d’accordo, è ormai alle porte. Il 1° maggio, ovvero tra tre settimane, le spiagge aprono ai bagnanti, sia che si tratti di arenili pubblici che stabilimenti balneari. In qualche punto della costa l’erosione ha seriamente ridimensionato la costa a disposizione e divorato file di cabine. C’è però un fenomeno non naturale, come l’avanzata del mare, che sembra fare gli stessi danni: la malagestione del bene pubblico.
Il riferimento va a tre spazi balneari, due stabilimenti e un ex ristorante affacciato sul mare, che sono gestione da tempo immemore. Atti vandalici, frequentazioni di sbandati, problemi igienico sanitari dati da acque putride delle piscine e relitti sparsi ovunque, rendono assolutamente sconsigliato l’accesso e poco raccomandabile la sosta su quegli spazi.
Si badi bene: il danno per questa situazione ha molte facce. Non si tratta solo di pericoli per i bagnanti e neanche di pessima immagine della Ostia turistica. Qui c’è anche un vero problema di soldi sottratti alle casse dell’amministrazione locale. E vediamo caso per caso di cosa stiamo parlando.
L’Isola Fiorita
Lo stabilimento di lungomare Amerigo Vespucci 168, precedentemente affidato in concessione alla “Società Coop. a r.l. Cassa Mutua di Assistenza e Previdenza per il personale del Ministero dell’Interno”, è senza gestore dal gennaio 2018 per la restituzione del bene al Municipio. Da allora i vandali hanno fatto scempio sulla struttura: praticamente sono rimaste integre solo le opere in muratura.
L’impianto è stato inserito nel bando di assegnazione delle concessioni tra i 37 stabilimenti balneari di Ostia (leggi qui), bando annullato dalla Giunta Falconi al suo insediamento (leggi qui). Chi ha partecipato a quel bando, risultando primo nella graduatoria provvisoria (leggi qui), ha fatto ricorso al Tar che gli ha dato ragione (leggi qui).
La consistenza della concessione dell’ex Isola Fiorita è di 1573 mq di superficie coperta e 8627 mq di area scoperta. Di fatto l’amministrazione municipale sta perdendo 17.195 euro l’anno per la mancata concessione del bene.
La Casetta
Il caso dello stabilimento La Casetta di lungomare Amerigo Vespucci 68 è una vergogna senza fine. Una volta fiore all’occhiello dell’offerta turistica del litorale romano, è oggi un rudere distrutto dagli atti vandalici e abitato dai senza fissa dimora. L’amministrazione locale nel 2015 ha deciso di non rinnovare la concessione demaniale contestando la presenza di abusi edilizi all’interno dello stabilimento. Da quel momento gli unici frequentatori della spiaggia che in passato aveva ospitato attori, politici, sportivi internazionali, sono diventati i teppisti e gli immigrati clandestini. Ad agosto 2019 l’amara sorpresa: il Tribunale di Roma ha assolto i concessionari de La Casetta dall’accusa di abusivismo edilizio: “il fatto non sussiste” è la formula di assoluzione piena.
Ciò nonostante l’amministrazione municipale non solo non ha restituito la concessione al legittimo gestore, nominato però custode (leggi qui), ma ha inserito l’impianto nell’elenco degli stabilimenti e ha ordinato al vecchio concessionario di demolire abusi che il Tribunale non ha rilevato (leggi qui).
Per la mancata concessione dello stabilimento, l’amministrazione municipale perde ogni anno 24.141 euro derivanti dai canoni dovuti per 2106 mq di pertinenze demaniali coperte e 12403 mq di area scoperta.
Ristorante Lido
Occupa quella che fu l’entrata classicheggiante dello stabilimento Roma distrutto dalla dinamite dei tedeschi in ritirata il 13 dicembre 1943. Anche l’ex ristorante Lido, come l’Isola Fiorita, è senza concessionario per la rinuncia del vecchio titolare. Si tratta di diversi anni di inutilizzo e, così, pure quella struttura di lungomare Paolo Toscanelli 63, risulta “abitata” da senza fissa dimora che hanno occupato ben 931 mq di “casa”.
Inserito nell’elenco delle concessioni da riassegnare con bando (leggi qui), l’ex ristorante Lido fa brutta pubblicità alla macchina amministrativa locale che, per la mancata assegnazione, non solo mostra uno scempio proprio nel centro cittadino ma perde ogni anno 3480 euro di canone.
Foto e video di Marco Simoni
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