Cotral e Atac, finito lo stato d’emergenza: cancellati il 70% dei collegamenti straordinari

Solo su via Prenestina da oggi ci saranno 1.000 corse straordinarie in meno, a risentire dei tagli ai fondi, soprattutto le periferie

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Con la fine dello stato d’emergenza, da oggi contributi extra ridotti al minimo per i collegamenti straordinari e trasporti in crisi nella Capitale: verranno cancellate pertanto il 70% delle corse straordinarie.

Solo su via Prenestina da oggi ci saranno 1.000 corse straordinarie in meno, a risentire dei tagli ai fondi, soprattutto le periferie

Atac e Cotral dal 1 aprile si troveranno con diversi milioni di euro in meno a disposizione, solo Atac ne avrà 1 in meno al mese, mentre erano 7 quelli garantiti alla municipalizzata tra settembre e ieri.

Le due aziende che hanno in carico il trasporto pubblico della Capitale avranno improvvisamente molti meno fondi a disposizione per pagare le corse straordinarie, affidate a società private e rese necessarie dalla situazione pandemica da Covid 19 per coprire al meglio le impellenti esigenze di trasporto dei romani.

A subire le prime consistenti riduzioni alle corse saranno i quartieri più periferici, a fronte di tante altre novità come la capienza che torna al 100 per cento nei bus contro l’80 per cento degli ultimi mesi e l’obbligo del green pass base anziché quello rafforzato.

Viene tagliato dunque quel corposo “quid” economico in più per decisione governativa, che serviva alle municipalizzate ad affittare ad aziende private le linee secondarie e mandare i bus nelle zone al servizio dei quadranti a più alta densità abitativa.

Saranno garantiti soltanto i rafforzamenti per le tratte scolastiche.

Il Lazio ha girato a Cotral e Atac 50 milioni di Euro, 20 solo all’Atac, con via Prenestina che ha avuto circa 1400 corse in più sia scolastiche che ordinarie, solo per citare una zona tra le più densamente popolate.

Ma da oggi in totale le corse straordinarie saranno circa 640 nella stessa zona, quasi 1000 in meno di prima, per un grave disagio prevedibile a tutte le latitudini nella città Eterna.

Così ha parlato in proposito Roberto Ricci, segretario regionale di Fit Cisl: “Per non creare problemi al servizio periferico, Atac dovrà gestire in prima persona le corse che prima erano affidate a enti privati, con un aumento insostenibile di lavoro per il personale e ad una azienda dove a tutt’oggi mancano mezzi di trasporto e si sta anche rallentando l’assunzione di circa 50 autisti”.

Ma aumentando a dismisura il prezzo della benzina e cessando in tanti posti di lavoro il ricorso allo smart working, con il ritorno in presenza dovrebbe aumentare parallelamente il ricorso al trasporto pubblico locale, un vero e proprio controsenso che rischia seriamente di mandare al collasso il sistema del trasporto pubblico romano.

E la situazione non va meglio “sottosuolo” o su rotaia, con le metro e i treni che devono pagare il grave scotto dell’assenza di convogli aggiuntivi perché molti sono in riparazione da tempo immemore.

A questo punto gli enti che governano Roma, Comune e Regione, mettono alle strette il governo italiano, chiedendo un apposito e nuovo decreto per tappare queste falle e permetta di avere proprio i fondi che ora mancano per pagare le necessarie corse straordinarie.

Il piatto delle risorse da destinare ai trasporti, a Roma, adesso piange pesantemente.

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