Roma, si intrufola nel padiglione Malattie infettive dell’Umberto I e tira sassi: arrestato

L'uomo, un magrebino senza fissa dimora di 32 anni, si è intrufolato nel padiglione ed è andato in escandescenza: ha lanciato anche dei sassi, ma poi è stato bloccato e arrestato

Paura in mattinata all’Umberto I dove un trentenne di origine magrebina in preda a un raptus e armato di coltello si è intrufolato nel padiglione delle malattie infettive dove ha poi aggredito il personale sanitario lanciando anche dei sassi. Quattro i feriti.

L’uomo, un magrebino senza fissa dimora di 32 anni, si è intrufolato nel padiglione ed è andato in escandescenza: ha lanciato anche dei sassi, ma poi è stato bloccato e arrestato

L’uomo ha lanciato dei sassi sulle  vetrate padiglione e colpito quattro sanitari intervenuti per riportarlo alla ragione.

Per l’uomo è scattato l’arresto con l’accusa di lesioni aggravate. Mentre medici e infermieri dell’Umberto I cercavano di proteggere i pazienti con l’aiuto della vigilanza si sono riversate sul posto diverse volanti della Questura di Roma temendo che la situazione potesse precipitare. Degli agenti però sono riusciti a bloccare l’aggressore e ad ammanettarlo.

La reazione del sindacato: “E’ stato un pestaggio”

Immediata la reazione del sindacato.Basta far finta di niente, stop immediato alla violenza sui posti di lavoro. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai quattro lavoratori aggrediti e a tutto il personale dell’Umberto I. Un vero e proprio pestaggio. Chiediamo subito un piano con misure concrete per la sicurezza degli operatori in sanità“, ha scritto la  Cisl Fp Lazio.

Un episodio che ha visto tra le vittime anche un dirigente Cisl Fp, Domenico Pompili, accorso per sedare gli animi e uscito con una prognosi di 30 giorni.

La condizione che si trova a vivere chi lavora nelle aziende ospedaliere e sanitarie è drammatica. Sono anni che come Cisl insistiamo su questo tema: la sicurezza sul lavoro non è negoziabile“, affonda la federazione regionale di categoria.

Stiamo assistendo ad una vera e propria escalation di aggressioni e violenze in troppe strutture del Lazio. Questo è inaccettabile per i lavoratori e per le loro famiglie. Ma anche per i cittadini che si rivolgono al Servizio sanitario regionale. Consentire agli operatori di lavorare in sicurezza e serenità deve essere la priorità di ogni datore di lavoro. E bisogna fare di tutto per garantirla“.

Da qui l’appello: “Dall’Azienda Policlinico Umberto I e dalla Regione Lazio pretendiamo una risposta immediata: occorrono subito misure di prevenzione e un piano per la sicurezza di tutti i lavoratori della Sanità“.

 

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