Covid, l’Iss: “11 regioni sopra la soglia occupazione reparti medici”

Covid, in sette giorni cambia in peggio la tabella degli indicatori decisionali Iss-Ministero della Salute: 11 regioni sopra la soglia di allerta e altre 4 a rischio 

Covid: sarebbero 11 le regioni sopra la soglia di allerta sul fronte occupazione nei reparti medici con un tasso del 15%, un dato più allarmante rispetto ai dati forniti nelle scorse settimane, ed emerso nelle ultime ore nel report di monitoraggio Covid, del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Covid, in sette giorni cambia in peggio la tabella degli indicatori decisionali Iss-Ministero della Salute: 11 regioni sopra la soglia di allerta e altre 4 a rischio

Ministero della Salute e Iss in allerta per gli ultimi dati relativi al tasso di occupazione in aree mediche di casi Covid a livello nazionale. Nell’ultima settimana c’è stato un aumento generale che ha fatto rilevare l’aumento di un punto percentuale in una sola settimana in tutta Italia.

Non poco, anche considerando che questo aumento ha portato, 11 regioni italiane ad una percentuale superiore al 15% e cioè sopra la soglia di allerta. Queste sono in particolare: la Regine Abruzzo (20%), Basilicata (25,7%), Calabria (33,8%), Lazio (17,4%), Marche (22,1%), Molise (15,9%), Puglia (20,8%), Sardegna (19,9%), Sicilia (24,3%), Toscana (15,4%), Umbria (30,1%).

Il dato con conseguente allerta sul fronte occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti Covid, non è confermato per regioni o Province autonome, dove non è stata superata nemmeno la soglia di allerta del 10% per l’occupazione delle terapie intensive. In quattro tra queste ultime, sono però classificate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Le altre sono state classificate a rischio moderato.

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,9% – spiega la nota – secondo la rilevazione giornaliera ministero della Salute al 24 marzo, contro il 12,9% rilevato il 17 marzo“.

Un dato in linea con la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti in aumento di un punto percentuale (15 per cento rispetto il 14 per cento la scorsa settimana).

Stabile è invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (al 37 per cento), mentre è in lieve diminuzione quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (48 per cento rispetto il 49 per cento), il che ne sottolinea l’enorme importanza.

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