Roma, lettori “a scrocco”: la Finanza sequestra 32 canali social

concorso guardia di finanza

Sono 32 i canali Telegram, Facebook, Instagram, Twitter ed i siti internet sequestrati oggi, 24 marzo, dai finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi di Roma nel corso di un’operazione di contrasto alla pirateria editoriale online, per arginare il fenomeno della lettura dei quotidiani “a scrocco”.

Sequestrati 32 canali social che offrivano la lettura di quotidiani e periodici gratis a discapito della aziende editoriali

Le indagini sono iniziate nel mese di dicembre a seguito della collaborazione instaurata dal reparto speciale delle fiamme gialle con F.I.E.G. – Federazione Italiana Editori Giornali, che ha messo a disposizione i suoi esperti per la verifica, unitamente alle case editrici delle testate interessate, dei canali social e dei siti individuati dai finanzieri.

Ultimata l’analisi dei contenuti finalizzati a circoscrivere le pubblicazioni illegali, è stata informata la Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un fascicolo ed avanzato richiesta di sequestro al Giudice per le indagini preliminari.

500.000 lettori ora a schermo vuoto

Il provvedimento dell’autorità giudiziaria è stato, quindi, notificato a gestori e provider interessati e l’illecita diffusione di quotidiani, settimanali, mensili e riviste specializzate interrotta; oltre 500.000 lettori “a scrocco” sono rimasti con lo schermo vuoto.

La pirateria editoriale sottrae risorse alle case editrici e danneggia la vendita di prodotti digitali, le cui modalità di diffusione consentono di raggiungere un numero elevato di utenti con costi estremamente limitati, senza contare che il rincaro delle materie prime degli ultimi tempi rende più onerosa la distribuzione con metodi tradizionali anche a causa dell’aumento dei costi per la stampa ed il trasporto di giornali e riviste.

Rischio pishing, così si espongono i propri dati a truffe

Oltre al rischio di sanzioni, i lettori che si rivolgono ai canali illeciti si espongono alla concreta possibilità di subire il furto dei propri dati mediante “pishing”. Infatti, come contropartita alla lettura gratis, taluni canali espongono link che reindirizzano a proposte commerciali a prezzi particolarmente vantaggiosi o di registrazione gratuita a servizi digitali. Utilizzando questi link, l’utente finisce per mettere i propri dati personali e finanziari nelle mani dei criminali oppure per attivare servizi a pagamento non richiesti.

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