La Grotta Guatteri, l'Accademia dei Lincei e le cascate ad Isola del Liri, tra i luoghi Fai del Lazio da tutelare il 26 e 27 marzo
Ogni anno primavera in Italia significa anche Giornate FAI di Primavera, l’occasione per tutti di aderire al Fondo Italiano per la protezione del nostro patrimonio culturale e paesaggistico.
Luoghi generalmente inaccessibili e poco conosciuti, ma che necessitano di sostegno per essere salvaguardati dal decadimento e dal degrado, saranno visitabili a contributo libero e nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, grazie a tanti volontari in tutte le regioni. Ecco nel Lazio alcuni tra i luoghi Fai da tutelare e che meritano di essere visitati approfittando di questa straordinaria iniziativa nel weekend del 26 e 27 marzo.
Anche l’Accademia Nazionale dei Lincei è uno dei luoghi che il Fai ha inserito tra le più importanti istituzioni culturali italiane da proteggere. Per questo sabato 26 e domenica 27 marzo nella storica sede di Palazzo Corsini, sono state organizzate le visite che, snodandosi in diverse tappe, permetteranno al pubblico di ammirare la bellissima Biblioteca dell’Accademia, e quella storica dei Corsini istituita e ufficialmente aperta al pubblico nel 1754, progettata da Ferdinando Fuga e composta da sette sale precedute da un ampio vestibolo.
Il percorso proseguirà nelle stanze che componevano gli appartamenti privati della famiglia Corsini e che sono diventate i veri e propri ambienti dell’Accademia. I visitatori potranno accedere nella Sala Dutuit, caratterizzata dal calco dell’iscrizione di Gorthyna (Creta); vedere la “lince” e affacciarsi dalla terrazza con la splendida vista sul Gianicolo.
Potranno anche percorrere le diverse sale che ancora mantengono la decorazione originale, come ad esempio la Sala verde, la cui interessante decorazione a “sughi d’erba” che riporta alcune raffigurazioni tratte dalla Gerusalemme Liberata di Tasso, e concluderanno la visita con l’appartamento della Principessa Corsini, vero gioiello dell’ultima residente del palazzo.
In aggiunta alla visita, il pubblico potrà anche ascoltare la conferenza “Dante poeta e giudice del mondo terreno”, che in occasione del Dantedì del 25 marzo, sarà tenuta dal Presidente dell’Accademia dei Lincei Roberto Antonelli. Accademia Nazionale dei Lincei.
Per la prima volta dopo anni, le Giornate Fai di Primavera 2022, consentiranno di visitare l’interno della Grotta Guattari, dove in modo casuale il 24 febbraio 1939, alcuni lavoratori estraendo pietre sulla proprietà del signor Guattari, rinvennero resti di uomini di Neanderthal. Dopo quel ritrovamento, partirono immediatamente gli scavi condotti dal Prof. Alberto Carlo Blanc e L. Cardini, e da allora ben 26 resti umani sono stati trovati in quel sito.
I lavori recenti oltre agli scavi archeologici finalizzati alla ricerca, hanno consentito di risistemare l’apparato di fruizione, creando il nuovo percorso di vista, il quale gode anche di supporti tecnologici con l’uso della realtà virtuale e della ricostruzione 3D. Gli scavi del 1939 si limitarono solo ad una porzione della grotta, per questo motivo nel 2019 si è voluto indagare le parti ancora ‘cristallizzate a 60.000 anni fa’, infatti in passato un piccolo bacino d’acqua impedì al Blanch di effettuare indagini in questa porzione della grotta.
Gli studi recenti si sono occupati anche della parte esterna alla grotta, dove sono stati rinvenuti reperti riferibili all’azione umana: resti di animali cacciati dall’uomo, strumenti litici e strumenti in osso adoperati per creare gli strumenti litici, che servivano per andare a caccia, per tagliare le pelli ecc.. La datazione è più antica dei resti ritrovati all’interno della grotta, ovvero tra i 125 mila e 100 mila anni fa. I ritrovamenti di grotta Guattari ci offrono uno spaccato della società neandertaliana dell’epoca e costituiscono fonti di inestimabile valore per la ricerca. Grotta Guattari.
Tra gli eventi aperti a tutti da non perdere è il suggestivo itinerario al Centro storico di San Felice Circeo e la passeggiata naturalistica ai bastioni di Vigna la Corte.
Nel declivio orientale del promontorio del Circeo, a 40 Km. da Latina e 100 da Roma, un massiccio calcareo contornato dagli arcipelaghi ponziano e campano, facente parte del Parco Nazionale del Circeo, a circa 100 metri sul livello del mare, sorge il centro storico di San Felice Circeo, l’antica Circeii, uno fra luoghi più belli della provincia di Latina, e che ancora conserva l’originario impianto urbanistico del castrum romano, un luogo ricco di storia e suggestioni.
La visita guidata inizierà dal principale accesso alla cittadella, la Porta del Ponte, e il percorso si snoda nel centro abitato percorrendo vicoli e piazzette che consentono di leggere a ritroso la storia dell’abitato. La prima attrazione è il palazzo Caetani Poniatowsky con l’annessa torre dei Templari, oggi sede del Municipio.
Dopo aver ammirato dalla terrazza il vasto e splendido panorama del borgo, della costa e della pianura pontina, i visitatori usciranno dalla corte del palazzo baronale per visitare il piccolo ma prezioso museo archeologico dove sono conservati reperti di recente ritrovamento tra cui anfore, ancore ed un ceppo per la loro fabbricazione databile al I-II secolo a.C.
A poca distanza dalla piazzetta adiacente il palazzo, è ubicato il Convento dei Templari con le sue caratteristiche arcate ed una fontana ancora alimentata dall’acquedotto romano i cui sfiatatoi sono ancora visibili nella campagna circostante, e con pochi passi si arriva alla terrazza panoramica, dove in epoca medievale era situato il cimitero medioevale, per poi raggiungere “Vigna la Corte” dove, attraversando l’antica porta di accesso al cardo romano, si visita il bastione medioevale con il camminamento di guardia e la breccia aragonese.
Comodamente seduti su una panchina del parco pubblico, sarà poi possibile ammirare la magnifica vista della costa e del terrazzamento della Villa dei Quattro Venti in cui dimorò il Triumviro Marco Emilio Lepido durante il suo esilio da Roma dal 36 a.C.
E’ il luogo raffigurato nella foto in copertina. L’imponente edificio Pisani è il luogo privilegiato da dove sarà possibile ammirare la cascata grande ad Isola del Liri, la località, famosa per le splendide cascate naturali in pieno centro storico, e che si è sviluppata sull’isola nel mezzo del fiume Liri, che l’abbraccia avvolgendola con due spettacolari cascate.
Questo luogo è stato identificato come una delle 10 meraviglie naturali italiane. La Cascata Grande, offre uno spettacolo unico, dove l’acqua precipita fragorosamente da un salto verticale di circa 27 metri. La Cascata del Valcatoio supera il dislivello seguendo un piano inclinato di circa 160 metri e le sue acque alimentano un impianto di produzione elettrica.
Un altro esempio di sfruttamento della risorsa idrica, a cui storicamente è legata l’economia di Isola, è la Cascata di S. Maria delle Forme. Questo è un salto di 20 metri, formato dalle acque del Fibreno, affluente del Liri, deviate all’alba dell’Ottocento. La canalizzazione sbuca all’interno della Cartiera Fibreno (ex Lefebvre) anche visitabile durante le Giornate Fai di Primavera, e dove ora convivono straordinariamente archeologia industriale e bellezze naturali. Per questa visita in entrambi i giorni non è necessario prenotare.
Natura, storia, archeologia e artificio sono il tesoro racchiuso nel Parco Villa Gregoriana dall’estetica tipica della cultura romantica. Questo luogo era meta obbligata del Grand Tour nell’800 e il soggetto principale delle rappresentazioni pittoriche di Tivoli.
Nel 1832 papa Gregorio XVI promosse una grandiosa opera di ingegneria idraulica per contenere le continue esondazioni dell’Aniene, incanalando le sue acque in un doppio traforo scavato nel monte Catillo e ingrossandole poi artificialmente dando così vita ai 120 metri di salto della nuova Cascata Grande, seconda in Italia dopo le Marmore. Compiuta l’opera, il Papa creò il Parco che porta il suo nome e che per oltre un secolo fu meta di artisti, letterati e uomini di cultura che ne raccontarono al mondo la bellezza. Parco Villa Gregoriana a Tivoli.
Nel cuore di Albano Laziale si trova un antico santuario mariano, sorto sul ninfeo della Villa di Domiziano, poi terme della Seconda Legione Partica sotto il governo di Settimio Severo.
Intorno al palazzo della grande villa di Domiziano sui Colli Albani, si svolgeva nell’antichità un immenso parco, che occupava tutto il territorio dei moderni paesi di Castelgandolfo e Albano. In mezzo ai ridenti giardini esistevano alcuni edifici, costruiti per godere del mite clima e dell’abbondante linfa incanalata dalle sorgenti di Palazzolo. Uno di questi era la “Rotonda” di Albano, oggi Santuario di Santa Maria della Rotonda.
L’edificio del Santuario aveva in origine carattere di ninfeo, fondato sopra una terrazza del versante occidentale della villa di Domiziano, come suggerisce la presenza di vasche e fontane. La struttura architettonica ricorda un piccolo “Pantheon”. Santuario di Santa Maria della Rotonda e Museo Diocesano.
Palazzo Nuzzi venne realizzato nel 1710 per volere di Ferdinando Nuzzi, uno dei principali esponenti del patriziato ortano. La famiglia, originaria di Todi, si stabilì a Orte dal 1640 circa, stringendo legami con i nobili locali, avviando attività di qualificazione urbana e acquistando proprietà.
Il palazzo non fu eretto ex novo, ma tramite l’unione di diverse cellule abitative pertinenti allo stesso isolato. Dopo la morte di Ferdinando Nuzzi, avvenuta nel 1717, il palazzo passò in eredità ai discendenti, che non modificarono l’aspetto interno ed esterno dell’edificio. Il palazzo, con il tempo, venne prima affittato (1821) e poi venduto (1901) alla comunità ortana per farne la sede del governatore. Il palazzo è tutt’oggi proprietà del comune e fino a l’anno passato è stato sede del Comune di Orte.
Il benessere acquisito tramite gli incarichi svolti per la corte papale permisero a Ferdinando Nuzzi di promuovere la costruzione e la decorazione sia della nuova cattedrale cittadina che del proprio palazzo di famiglia. Ben più importanti furono i legami e le conoscenze strette dal prelato a Roma. Fu lui, infatti, a chiamare a Orte architetti, maestranze e artisti legati al contemporaneo Barocchetto Romano. La visita a Palazzo Nuzzi a Orte non richiede la prenotazione obbligatoria.
Per informazioni su come iscriversi al FAI, Fondo Ambiente italiano consultare il sito del FAI.
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