Ardea, partito lo sgombero alle Salzare: 108 famiglie sotto sfratto

Le operazioni di sgombero predisposte dal tribunale e prefettura sono partite all'alba

Saranno abbattute anche le ultime tre palazzine del “Lido delle Salzare”, ad Ardea. Le ruspe spianeranno l’area non appena saranno completate le operazioni di sgombero, partite stamattina. In tutto, a breve, dovranno cercarsi un altro tetto 108 famiglie.

Le operazioni di sgombero predisposte dal tribunale e prefettura sono partite all’alba

Per ora potrà restare solo chi conta nel nucleo famigliare minorenni, anziani, diversamente abili, soggetti con invalidità. A decina oggi, per lo più occupanti rom, o di origine romena e africana, hanno dovuto fare i fagotti. Per chi non ha lasciato spontaneamente casa sono state forzate le porte.

Le operazioni di sgombero, disposte dal tribunale di Velletri e coordinate dal prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, sono partite all’alba e hanno coinvolto i carabinieri della compagnia di Anzio e la Polizia locale di Ardea.

Sono dispiaciuto per la situazione – . il commento del sindaco di Ardea, Mario Savarese – Purtroppo, nonostante i nostri sforzi per risolvere diversamente la situazione, non è stato possibile perseguire un risultato diverso. L’amministrazione comunale aveva comunque cercato di salvare le tre palazzine acquisendole a patrimonio pubblico. Le abitazioni poi erano state affidate in via temporanea agli occupanti, chiedendo delle indennità di occupazione che, purtroppo, non sono mai state versate”.

Ardea, partito lo sgombero alle Salzare: 108 famiglie sotto sfratto 1

La concessione per la costruzione del complesso dopo una prima autorizzazione era stata annullata nell’agosto del 1997 dal Comune di Ardea. Dopodiché ne era stata ordinata la demolizione e l’acquisizione dell’area al patrimonio comunale. Nonostante il lungo contenzioso con le imprese edili, i provvedimenti del Comune sono stati avallati più volte prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato, considerando il vincolo archeologico presente in  zona, quello legato all’uso civico ma anche le difformità tra il progetto approvato e le cubature realizzate in eccesso.

La zona vi via negli anni si è trasformata in una sorta di ghetto caratterizzato da allacci abusivi e occupazioni di senzatetto e famiglie in difficoltà. Tra i destinatari dello sfratto però ci sono anche alcune famiglie che avevano acquistato gli appartamenti e ancora pagano il mutuo.

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