Covid, allerta del pediatra Italo Farnetani: “Grave calo dei vaccini nei bambini”

Ai numeri non buoni delle ultime due settimane si aggiunge una proiezione negativa, soprattutto per quanto riguarda la somministrazione delle prime dosi nella fascia pediatrica dei bimbi tra i 5 e gli 11 anni

Per il pediatra Italo Farnetani “Sono allarmanti” i dati sull’andamento delle vaccinazioni anti-Covid dei bimbi di 5-11 anni in Italia, quelli della cosiddetta fascia pediatrica.

Ai numeri non buoni delle ultime due settimane si aggiunge una proiezione negativa, soprattutto per quanto riguarda la somministrazione delle prime dosi nella fascia pediatrica dei bimbi tra i 5 e gli 11 anni

Ai numeri non buoni delle due settimane passate si aggiunge una proiezione negativa. Ieri, lunedì 7 marzo, ci sono state 7.862 vaccinazioni, pari al 61,6% in meno rispetto al dato segnato due lunedì fa, cioè il 21 febbraio, quando le somministrazioni sono state 20.485. Se invece facciamo il confronto con il dato di lunedì scorso, 28 febbraio – 13.916 somministrazioni -, la diminuzione nel giro di una settimana è stata del 43,5%, netta e significativa”.

E a rendere ancor più negativo il quadro è il fatto che il calo interessa soprattutto le prime somministrazioni.

“Proprio in un periodo – spiega Farnetani – in cui invece sarebbe molto importante immunizzare questa fascia d’età. Si pensi ai bambini ucraini”, dice il professore ordinario di Pediatria della Libera università Ludes di Malta.

“I piccoli e gli adolescenti ucraini giunti in Italia o in arrivo, in fuga dal conflitto, ancora prima di aver completato gli adempimenti burocratici, devono avere, com’è avvenuto nei casi delle migrazioni passate, subito l’assistenza sanitaria e la possibilità della frequenza scolastica”, si augura Farnetani.

“Quest’ultima sia per motivi formativi ed educativi, ma anche per favorire la socializzazione, l’inclusione e l’identificazione nel gruppo dei coetanei. Per una frequenza in sicurezza devono essere vaccinati contro Covid-19 e completare i cicli vaccinali che eventualmente non hanno ricevuto. Per questo ribadisco che, non solo vanno immunizzati loro, ma anche i bambini” del nostro Paese”.

Per innalzare – prosegue il pediatra – il livello di sicurezza nelle scuole”.

Tutto il contrario di ciò che sta accadendo, poichè Invece i dati delle iniezioni-scudo fra i più piccoli sembrano andare in un’altra direzione: “Nell’ultima settimana, quella da lunedì 28 febbraio a domenica 6 marzo, la riduzione è stata del 34,69% rispetto alla settimana immediatamente precedente (21-27 febbraio), un crollo quindi. Siamo scesi da 125.481 vaccinazioni in 7 giorni (21-27 febbraio) a 81.949 nella settimana scorsa”.

Piuttosto che rallentare – conclude il pediatra – dovremmo proteggere velocemente i bambini, che sono attualmente la categoria meno vaccinata e la più esposta”.

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